L’ infinita ed irrisolta ( ad oggi ) diatriba in merito al genere da attribuire alle gustose e profumatissime “sfere di riso dorate”, che, sotto una crosta croccante, nascondono uno scrigno dal condimento gustoso e succulento, sembra placarsi quando a parlare è il commissario Montalbano e si tratta di gustare i suoi noti “arancini”.

Nel primo dei due nuovi episodi “Salvo amato, Livia mia”  della seguitissima serie,   andato in onda lo scorso 9 marzo su Rai1, in lieve ritardo rispetto all’orario previsto poiché preceduto dalla conferenza stampa straordinaria del Premier Giuseppe Conte circa le nuove direttive per arginare il Coronavirus, il goloso commissario, approfitta del cestino che, amorevolmente, la cuoca Adelina gli porta in commissariato,  destinato al pranzo del figlio agli arresti, per “trafugare” gli arancini, ancora caldi, e dividere il gustoso bottino con i “compari” Mimì e Fazio.

Sebbene per i palermitani,  da sempre e per sempre, l’arancina sia “fimmina” , spiegazione che trova la propria ragion d’essere nel frutto dell’albero di arancio, l’arancia per l’appunto, cui la regina dello street food siciliano fa riferimento nella forma, gli abitanti della Sicilia orientale, da Catania  a Messina,  continuano, ostinatamente, a chiamare questo gustoso cibo di strada “arancino” declinando il termine, cioè, al maschile.

Per quanto possa essere difficile, per tutti coloro i quali sulla femminilità dell’arancina sarebbero disposti a giurarci,  l’affetto nei confronti del commissario Montalbano, il personaggio creato dalla brillante penna di Andrea  Camilleri, sono talmente profondi da “perdonargli” l’oltraggio al genere dell’amata arancina e accettare- solo in questo caso, sia ben inteso- il termine al maschile.
“Gesù, gli arancini di Adelina! li aveva assaggiati una sola volta: un ricordo che gli era trasuto nel DNA, nel patrimonio genetico. Adelina ci metteva due jornate sane sane a pripararli. Ne sapeva, a memoria, la ricetta”: con queste parole Andrea Camilleri introduce, nel romanzo intitolato proprio “Gli arancini di Montalbano”, la ricetta del piatto più amato dal Commissario Montalbano.

Come intuibile, in qualsiasi modo li si voglia declinare, di questo piatto, tra i più iconici della tradizione culinaria siciliana, esistono varie interpretazioni a seconda di luoghi, città e gusti.Quelli preferiti da Montalbano non prevedono l’utilizzo dello zafferano e della mozzarella, bensì quello di scamorza e salame piccante.

Di seguito vi proponiamo la ricetta degli arancini di Montalbano per realizzare la quale potrete acquistare alcuni ingredienti anche online.

Gli “arancini” di Montalbano

Ingredienti:

Per il ragù
300 gr. di tritato di carne mista ( tritato vegetale per i vegetariani e vegani)
1 cipolla piccola
1 gambo di sedano
prezzemolo q.b.
basilico q.b.
1 bicchiere di passata di pomodoro
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
olio extravergine di oliva
sale  e pepe q.b.

Per gli arancini
500 grammi di riso
1 cipolla piccola
olio extravergine di oliva
burro (o  margarina vegetale senza grassi idrogenati
brodo di carne q.b. (vegetale per vegetariani e vegani)
2 uova ( di galline allevate all’aria aperta)
150 grammi di piselli sgusciati
80 grammi di salame piccante in un pezzo unico (facoltativo per vegetariani e vegani)
besciamella (vegetale) q.b.
pangrattato q.b.
acqua e farina
olio di arachidi per friggere
sale e pepe q.b.

Innazitutto iniziate a preparare il ragù facendo  rosolare in padella sedano, carota e cipolla con un po’ d’olio.
A questo punto unite il tritato (vegetale) e fatelo rosolare. Aggiungete ora il pomodoro e il concentrato, diluito in acqua calda. Aggiustate con sale e pepe e fate cuocere con un coperchio per almeno 1 ora e mezza a fuoco lento, aggiungendo se necessario un po’ d’acqua. Unite il basilico e il prezzemolo spezzettato con le mani e continuate la cottura per altri 30 minuti. Quindi  preparate  il risotto partendo da un soffritto di cipolla, olio e burro
Unite il riso, fatelo tostare e cuocetelo con il brodo  aggiunto a poco a poco. A fine cottura dovrà essere ben asciutto
Stendete il risotto su un piano o un vassoio, fatelo intiepidire, conditelo con un po’ del sugo e incorporate le due uova e lasciatelo raffreddare. Cuocete i piselli in acqua bollente salata. Unite il tritato al sugo e al salame tagliato a tocchetti, i piselli e un po’ di besciamella per legare il tutto.  Ora formate gli arancini. Fate una coppetta con il palmo della mano e metteteci il riso, sistemate al centro un po’ del composto di tritato  e piselli e ricoprite con altro riso, formando una palla.  Passate gli arancini in una pastella di acqua e farina e poi nel pangrattato.
Fate scaldare abbondante olio di arachidi in un pentolino e immergete gli arancini, lasciandoli cuocere finché saranno ben dorati. Gustateli fumanti ” a scottalabra”.

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