Che le cose semplici siano spesso anche  le più gustose non è certo una novità.  Questo è particolarmente vero quando si parla dei biscotti savoiardi celebri non solo poiché costituiscono la base del tiramisù, che è di uno dei dolci italiani più apprezzati, ma anche perché sono ottimi anche da soli  inzuppati in una tazza di latte o di tè.

 

La caratteristica principale di questi biscotti è rappresentata dalla consistenza “spugnosa” e friabile che regala loro un gusto delicato e una facile digeribilità. La loro forma oblunga dagli spigoli arrotondati, ricorda le dita di una mano, motivo per il quale, in inglese, vengono chiamati “lady fingers”,  ovvero  dita di dama.
Grazie alla loro leggerezza, i savoiardi, oltre ad essere gustosi da soli, ben si prestano al cosiddetto “inzuppo” come i biscotti a S , le reginelle e i quaresimali,   per essere “inzuppati” nel latte, nel tè nella cioccolata calda e, durante il periodo di carnevale, nel sanguinaccio, dolce napoletano costituito da una crema densa a base di cioccolato.
Ma i savoiardi sono noti anche poiché costituiscono la base “perfetta” per tutti quei dolci al cucchiaio preparati con creme che necessitano di essere “assorbite” in modo da creare una consistenza unica e compatta e una armoniosa unione di sapori. E’ questo il caso della charlotte, della bavarese, della zuppa inglese, e del più “celebre” tiramisù.
Data la semplicità della loro lavorazione i  savoiardi sono detti anche “prestofatti” e  sono diffuse  in tutte le regioni italiane che hanno subito l’influenza dei Savoia. Per tale motivo sono diffusissimi in Sardegna, dove tutt’ora fanno parte della tradizione dolciaria artigianale prodotti artigianalmente all’interno delle famiglie, noti con il nome anche di “pistoccus de caffè” poiché è usanza intingerli “da soli” nel caffè.

Noti anche come biscotti di Savoia, tipici della cucina piemontese, devono il loro nome alla regione originaria della Savoia. La loro origine viene fatta risalire al 1348 quando furono creati, per omaggiare la visita del re di Francia, dagli abili pasticceri della corte del Duca Amedeo IV di Savoia. Da quel momento, questi biscotti entrarono a far parte a pieno titolo parte del patrimonio gastronomico della famiglia dei reali piemontesi, per poi diffondersi in seguito, in tutto il territorio piemontese comunemente definiti con il termine dialettale “el biscotin.” La ricetta originale dei savoiardi, diffusasi rapidamente anche in Francia dove viene custodita gelosamente, fu molto apprezzata e considerata tanto preziosa da essere stata citata nel “ Grand Dictionnair de Cuisin “ di Alexander Dumas del 1873.

Per coloro che vogliano provare a preparare i savoiardi in casa per gustarli da soli, o utilizzarli  come base perfetta per per preparare altri dolci, di seguito proponiamo la  ricetta dei biscotti savoiardi 

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