Prende il via nell’area demaniale della “Catena” la terza campagna di scavo archeologico dell’Università degli Studi di Messina, per ricostruire, tassello per tassello, la storia della città. Gli scavi andranno avanti dal 24 giugno fino al 3 agosto.

Dopo gli scavi dell’estate scorsa e di quelli del 2017, che hanno fatto seguito a quelli avviati negli anni ’70 dal compianto archeologo Giacomo Scibona e interrotti agli inizi del ’90, l’ateneo peloritano, sotto la direzione della professoressa Caterina Ingoglia, coadiuvata dal dottor Lorenzo Zurla, porterà avanti le ricerche precedentemente intraprese insieme a studenti, laureati e specializzati, che hanno scelto di aderire alla proposta didattica per ampliare la loro formazione di archeologi sul campo.

La squadra, formata da 25 allievi quest’anno concentrerà il proprio lavoro nell’area orientale della “Rocca” della zona, per cercare di chiarire alcuni dei numerosissimi dubbi ancora persistenti sull’antica città di Troina: quando nacque; per quanto tempo venne abitata; se esiste continuità abitativa tra le diverse fasi abitative; come era organizzata; quale fosse il nome dell’antico sito esiste sotto l’attuale Troina.

“Con questa nuova campagna – spiega il sindaco Fabio Venezia – , continua Il grande progetto di valorizzazione dei nostri beni culturali che, ci auguriamo, possa fare piena luce sulla Troina dell’età ellenistica e romana e consentire una piena fruizione dell’area archeologica e dei suoi numerosi reperti, che presto verranno esposti nell’istituendo museo archeologico della città”.

La campagna è frutto di un protocollo d’intesa, sottoscritto nel luglio del 2016 tra il Comune di Troina e il Dipartimento di civiltà antiche e moderne dell’Università degli Studi di Messina, per la valorizzazione del patrimonio archeologico della città, che prevede la reciproca collaborazione tra le parti: il Comune si  occupa si sostenere e fornire ospitalità e supporto logistico per le attività di studio e scavo nel territorio troinese, mentre l’Università conduce nuovi progetti di ricerca, cataloga i reperti e supporterà la nascita del Museo.

L’attività di ricerca di quest’anno, in particolare, prevede infatti l’indagine su un palinsesto straordinario della storia di Troina, con contesti che spaziano dalla necropoli all’abitato, e vedrà impegnati non solo gli allievi dell’Università di Messina, ma anche di Firenze, Trento, Palermo, Milano, Cosenza e dell’Università spagnola di Malaga.
Del team di ricerca fanno parte anche l’archeologa e antropologa Elena Varotto, il professor Francesco Galassi della Flinders University in Australia ed i titolari del Centro Fapab (Forensic Anthropology, Paleopathology and Bioarchaeology Research Center) di Avola, il laboratorio internazionale specializzato in studi multidisciplinari, che costituiscono un particolare richiamo per giovani archeologi in formazione, ai quali viene offerta la possibilità di approcciarsi ai reperti bioarcheologici, dalla metodologia dello scavo allo studio paleopatologico .

“Mi auguro che quest’anno – spiega Ingoglia – , l’area archeologica della Catena riveli tutte le sue potenzialità, per consegnare finalmente ai troinesi una parte importante e sconosciuta della loro storia”.

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