Roberto Burioni, virologo dell’università San Raffaele di Milano, ospite su Rai Radio1 all’interno di Forrest,  ha affermato che «la situazione attuale non ha nulla a che vedere con la situazione di maggio».

L’esperto ha spiegato: «Dobbiamo stare attenti, il virus non è diventato più buono, non è cambiato. Ma siamo cambiati noi. Quindi: mascherina e distanze, stiamo attenti. E devono fare la loro parte le autorità sanitarie, perché se poi c’è un sospetto non possiamo aspettare 6 giorni per avere il risultato di un tampone. Ci vuole un sistema diagnostico immediato».

Il virologo ha anche detto «i numeri dei positivi che abbiamo, riferiti alla primavera, non hanno nulla a che fare con la realtà. In quel momento il numero dei casi è stato immensamente sottostimato e abbiamo avuto un momento di immensa difficoltà».

«Siamo stati la prima nazione occidentale ad essere investita dall’epidemia – ha aggiunto Burioni – Penso sia motivo di orgoglio per tutti che in tutto il mondo ci vengano riconosciuti la bravura, il rigore, l’impegno che abbiamo avuto nell’aver tolto la testa dalle fauci della morte».

Poi, a proposito del vaccino, Burioni ha detto: «Avrei messo la firma con il sangue a marzo per trovarmi il 12 ottobre in una situazione come questa in cui abbiamo quattro vaccini che si trovano nella fase 3, quella in cui si determina l’efficacia di un vaccino. Sarebbe intollerabile che qualcuno non possa avere il vaccino o perché non ne viene prodotto abbastanza, o perché non se lo può permettere».