Tre vittime italiane del crollo di un serracco sulla Marmolada in Trentino sono state identificate. Una è originaria della provincia di Vicenza e l’altra della provincia di Treviso. Entrambe guide alpine. Anche la terza persona è veneta. Una quarta vittima identificata è un cittadino della Repubblica Ceca. Ne restano da identificare due, un uomo e una donna.

Per quanto riguarda i dispersi, sono circa una ventina, tra cui un uomo sui 50 anni di Alba di Canazei (Trento). Poi ci sono anche quattro alpinisti vicentini: 3 escursionisti, appartenenti alla sezione CAI di Malo e una guida. Uno di loro, il 27enne Filippo Di Bari, ha anche condiviso un selfie, pubblicato da La Stampa, che lo riprende mentre si trovava sulla vetta della Marmolada, prima della tragedia.

Il selfie di Filippo Di Bari.

Quindi, al momento, il bilancio totale delle vittime è di sei ma il conteggio, purtroppo, è destinato a salire.

Il messaggio di cordoglio di Sergio Mattarella: “Il capo dello Stato ha voluto trasmettere anche alla nostra comunità oltre che ai parenti delle vittime il proprio cordoglio. Allo stesso tempo ha espresso parole di gratitudine ai soccorritori che si stanno prodigando, in condizioni non certo facili, alla ricerca delle vittime della grossa frana che ieri pomeriggio ha causato morte e devastazione”.

L’esperto: “Con 10 gradi in vetta salire è rischioso”

Daniele Cat Berro, della Società Meteorologica Italiana, ha affermato: “Il crollo di un seracco è fisiologico nei ghiacciai, è presto per capire la causa esatta ma si possono fare delle considerazioni generali”.  “I ghiacciai – ha spiegato – si muovono in tutte le stagioni, ma in estate molto di più. Perché c’è più acqua che lubrifica il contatto tra il ghiaccio e la roccia, questo favorisce il movimento. Se fa estremamente caldo, come in questo caso, è più probabile che accada. C’è sempre un’imprevedibilità. Certo però se fa così caldo, il ghiacciaio è un colabrodo d’acqua, questo facilita il distacco e il crollo”.

Per l’esperto i ghiacciati “sicuramente hanno patito lo scarso innevamento dello scorso inverno, abbiamo poi avuto una fine primavera e un inizio d’estate tra i più caldi in assoluto. Si trovano quindi, già ora, in condizioni che normalmente potrebbero avere a fine agosto e inizio settembre. Spesso gli alpinisti scelgono di fare alcune vie proprio a inizio stagione per evitare di trovare le condizioni che ci sono in piena estate, con il ghiaccio vivo, perché sarebbero più pericolose. Già adesso i crolli che si stanno verificando ci indicano che le condizioni della montagna sono proprio quelle di fine estate. Non bisogna seminare il panico, ma essere prudenti e considerare che c’è posto e posto, quindi meglio non passare dove ci sono ghiacciai con seracchi”.

In cima alla Marmolada c’erano 10 gradi: “L’aumento della temperatura in generale incide non solo sul ghiaccio, ma anche sulla roccia, perché scongela quell’acqua interstiziale che, quando è ghiacciata, fa da collante. Il caldo cioè penetra in profondità: di conseguenza ci sono più frane e più crolli. Mi aspetto anche più crolli di rocce”.

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