Sul palco del Primo Maggio, in diretta televisiva, il rapper Fedez ha attaccato la Lega e, in particolare, il senatore Andrea Ostellari perché contrario al DDL Zan.

Fedez, 31 anni, ha spiegato che «Ostellari ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare, quindi massima espressione del popolo, che è stato già approvato alla Camera come Ddl Zan può tranquillamente essere bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo, cioè se stesso. Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua grande lotta all’uguaglianza».

Fedez, che ha anche elencato alcune dichiarazioni omofobe di esponenti leghisti degli ultimi anni, ha soprattutto attaccato la Rai di avere provato a censurare il suo intervento e, dopo la smentita dell’azienda, il rapper ha condiviso sui social media la telefonata dove, però, si evince il tentativo di impedire all’artista di fare quell’intervento.

L’appuntamento musicale, tra l’altro, era stato già anticipato da un botta & risposta tra Matteo Salvini e Fedez con il primo che ha detto: «Il concertone costa circa 500.000 euro agli italiani, sarebbero fuori luogo», riferendosi ad eventuali ‘comizi’. Ma il rapper ha replicato così: «Vado gratis e pago i miei collaboratori che non lavorano da un anno», assumendosi «ogni responsabilità» sul suo monologo e rivendicando la libertà di espressione.

Salvini ha anche replicato a Fedez su Facebook dopo il suo intervento: «Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. EÈ già così. Reinvito Fedez a bere un caffè, tranquilli, per parlare di libertà e di diritti».

Nel suo monologo Fedez ha detto: «Caro Mario, capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamoci che il numero dei lavoratori del calcio e il numero di lavoratori dello spettacolo si equivalgono. Quindi, non dico qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da questa emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni Quaranta e mai modificate a dovere fino a oggi. Quindi caro Mario – continua -, come si è esposto nel merito della superlega con grande tempestività sarebbe altrettanto gradito il suo intervento nel mondo dello spettacolo, grazie».

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