La Cina sta usando un nuovo studio sulla diffusione precoce e nascosta del coronavirus in Italia per mettere in dubbio la convinzione che la Nazione asiatica sia stata il luogo di origine della pandemia. Lo scrive il New York Post.

I funzionari di Pechino, infatti, stanno spingendo lo studio che suggerisce che il contagio potrebbe essersi diffuso nel nostro Paese già a settembre, tre mesi prima della conferma dell’epicentro nella città di Wuhan.

La Cina ha anche chiesto alla Spagna lumi sulle origini della pandemia, così come all’esercito americano, sostenendo di avere portato il coronavirus a Wuhan nell’ottobre dello scorso anno durante i Giochi mondiali militari.

Secondo il quotidiano britannico Times of London, i media statali cinesi stanno adesso proponendo l’idea che il nuovo studio dell’Istituto Nazionale dei Tumori dimostra che il contagio probabilmente sia iniziato proprio in Italia e non in Cina.

«Questo dimostra ancora una volta che rintracciare la fonte del virus è una complessa questione scientifica che dovrebbe essere lasciata agli scienziati», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian, è «un processo in via di sviluppo che può coinvolgere più Paesi».

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha anche ammesso la possibiità che il virus «circolasse silenziosamente altrove» prima di essere rilevato a Wuhan.

Tuttavia, molti scienziati sono scettici sui risultati dello studio italiano e altri osservano che non esclude che il coronavirus abbia avuto origine in Cina. Giovanni Apolone dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, al media britannico ha affermato: «Sappiamo che la Cina ha ritardato l’annuncio del suo focolaio, quindi non si sa quando sia iniziato lì e la Cina ha legami commerciali molto forti con il nord Italia».

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