L’ex presidente russo Dmitry Medvedev – noto ormai per essere abile nel gettare benzina sul fuoco – ha dichiarato oggi, giovedì 22 settembre, che qualsiasi arma dell’arsenale di Mosca, comprese le armi nucleari strategiche, potrebbe essere utilizzata per difendere i territori ucraini annessi alla Russia.

Medvedev, che è anche vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha affermato che i referendum pianificati dalle autorità indipendentiste si svolgeranno in vaste aree del territorio ucraino e che “non si può tornare indietro”.

Medvedev ha aggiunto che “la Russia ha scelto la propria strada. Non c’è modo di tornare indietro”, rivolgendosi, sul proprio profilo Telegram, “all’establishment occidentale, in generale, tutti i cittadini dei paesi della NATO” che “devono capire”.

E non finisce qui. Medvedev ha anche minacciato che la Russia “può o di raggiungere obiettivi in Europa e negli Stati Uniti molto più velocemente” di quanto la NATO possa colpire la Crimea, sottolineando che “i vari idioti in pensione vestiti da generali non hanno bisogno di spaventarci parlando di un attacco della NATO in Crimea“.

Infine, il presidente della Duma – il Parlamento russo –  Vyacheslav Volodin ha chiesto ai deputati di rispondere all’appello alla mobilitazione parziale rivolto da Vladimir Putin e di partecipare alla guerra in Ucraina. ”Coloro che hanno i requisiti richiesti per la mobilitazione parziale dovrebbero contribuire, con la loro partecipazione, all’operazione militare speciale”, ha scritto Volodin su Telegram.