Se in Sicilia cresce l’astensionismo e il Movimento 5 stelle è ben in salute, non si può dire lo stesso a livello nazionale dove un sondaggio Index Research dimostra che invece i pentastellati sono in calo. Il M5S perde, infatti, oltre due punti in un mese, i risultati delle amministrative mettono il turbo al centrodestra che unito si conferma la prima coalizione. Ma Matteo Renzi rimane il leader con il più alto gradimento.

Alla domanda: “Se ieri si fossero tenute le elezioni politiche, lei per quale partito avrebbe più probabilmente votato?, il 26,4% ha indicato il Pd, percentuale invariata rispetto all’8 giugno. Il 28% avrebbe votato il M5S, ovvero il 2,1% in meno rispetto all’ultima rilevazione. Forza Italia avanza dello 0,3% incassando il 13,4, Fratelli d’Italia cresce e arriva al 5,3% (+0,4%), avanza di quasi un punto la Lega che arriva al 13,9% (+0.9%). Lo rivela l’ultimo sondaggio Index Research per In Onda.

“Sono convinto che la campagna elettorale sia molto aperta”, ha dichiarato Ettore Rosato, capogruppo alla Camera del Pd, commentando i sondaggi Index Research, ospite di In Onda, la trasmissione del La 7 condotta da Luca Telese e David Parenzo.

Le coalizioni

Il centrodestra unito (FI, FDI, Lega, Direzione Italia, Rivoluzione Cristiana, Idea, Movimenti Nazionale, UDC, Popolari) è la prima coalizione con il 34,6%, oltre un punto e mezzo in più rispetto all’8 giugno scorso.

Segue il centrosinistra unito (Pd, MDP, SI, Possibile, Campo Progressista, Centro Democratico) che arriva al 33,4% (+0,4). A 5 punti e mezzo di distanza il Movimento Cinque Stelle (28%).

Fiducia nei leader

Rimane in testa nella classifica dei leader più graditi Matteo Renzi (27%), in seconda posizione Beppe Grillo a due punti di distanza (25%); il leader della Lega Matteo Salvini si guadagna il terzo posto (21%) e “brucia” il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (20%). Solo al quinto posto si posiziona Silvio Berlusconi, seguita da Giorgia Meloni. Penultimo Pierluigi Bersani e a chiudere la classifica Giuliano Pisapia.

Immigrazione e Ius Soli

Ius Soli: oltre la metà degli italiani è contrario, la situazione si ribalta con lo Ius Soli “temperato”. “Oltre un terzo degli intervistati non sa di cosa si tratta, eppure per oltre sette italiani su dieci la posizione dei partiti sul tema immigrazione sarà determinante per decidere chi votare”, spiega Natascia Turato, direttore di Index Research.

Secondo l’istituto di ricerca che ha realizzato un focus su uno temi caldi del dibattito estivo, il 35,4% degli intervistati non conosce come funziona lo Ius Soli.

Tra chi invece sa di cosa si tratta, oltre la metà, ovvero il 55%, è contrario a riconoscere la cittadinanza italiana ai figli di immigrati stranieri nati nel nostro paese, con almeno un genitore che abbia il permesso di soggiorno permanente. Il 42% si dice invece favorevole, il 3% non sa o non vuole rispondere.

La situazione si ribalta se si parla di Ius Soli “temperato”. Alla domanda: “Lei è favorevole o contrario al riconoscimento della cittadinanza a bambini e ragazzi, figli di immigrati, che abbiano frequentato per almeno 5 anni la scuola italiana?” il 52% si dice favorevole mentre il 46% non sarebbe d’accordo.

Per oltre sette italiani su dieci la posizione dei partiti sul tema immigrazione sarà determinante per decidere chi votare. Lo rivela il sondaggio Index Research per la trasmissione In Onda. Alla domanda “Nella scelta del suo voto alle prossime elezioni politiche quanto terrà conto della posizione dei partiti sul tema immigrazione”, il 71,9% degli intervistati ha risposto molto/abbastanza, il 22,8% ritiene che non sia importante, il 5,3% non sa o non risponde.