• Variante omicron, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato una nota.
  • Per l’ISS non ci sono prove che provochi una malattia più grave.
  • Ci vuole, comunque, tempo per capire il livello di gravità.

“Non ci sono ancora evidenze che l’infezione con Omicron causi una malattia più grave rispetto alle altre varianti”. Così l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in un primo piano pubblicato sul suo sito. “Al momento – si legge – non è ancora chiaro se la variante Omicron sia più trasmissibile rispetto alle altre, inclusa la Delta”.

L’ISS afferma che il numero di persone positive è cresciuto in Sud Africa, dove sta circolando Omicron, ma sono in corso studi epidemiologici per capire se la causa sia questa variante o se altri fattori possano avere influenzato la circolazione del virus. I dati preliminari suggeriscono che ci sia un tasso maggiore di ricoveri in Sud Africa, ma questo potrebbe essere dovuto all’aumento complessivo delle persone infette piuttosto che alla specifica infezione con Omicron.

Inoltre, al momento non ci sono informazioni che suggeriscano che i sintomi specifici associati a questa variante siano diversi da quelli dovuti alle altre. I casi iniziali di infezione riguardano studenti universitari, giovani che tendono ad avere una malattia più lieve, ma per capire il livello di gravità dell’infezione causata da Omicron servirà più tempo (da alcuni giorni ad alcune settimane).

Per quanto riguarda i tamponi, l’ISS riferisce che i normali test già in uso basati su PCR sono in grado di rilevare l’infezione anche in presenza della variante Omicron. Sono in corso studi per determinare se vi sia un impatto su altri tipi di test, compresi i test antigenici rapidi.

La variante, secondo l’ISS, è stata isolata per la prima volta in campioni raccolti l’11 novembre in Botswana e il 14 novembre in Sud Africa. Il 26 novembre l’OMS ha designato la variante B.1.1.529 come ‘Variant of Concern’ (VOC), variante di preoccupazione, con il nome di variante Omicron. La decisione di dichiararla una VOC è dovuta alla presenza nella variante di diverse mutazioni che potrebbero avere un impatto sul comportamento del virus, anche in termini di gravità della malattia o della capacità di diffusione.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta lavorando per stimare il possibile impatto della nuova variante sulla protezione fornita dai vaccini e sulle altre misure di prevenzione. “I vaccini restano indispensabili per ridurre il rischio di malattia grave e di morte”, conclude l’ISS.

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