«Il 31 maggio 2020 dissi che il virus era clinicamente inesistente, perché nel mio ospedale da un mese non entrava un paziente da ricoverare per Covid. Oggi ripeterei esattamente la stessa cosa, perché nell’ultima settimana sono arrivati undici contagiati di cui otto rimandati a casa e tre ricoverati per motivi non gravi. Nessuno vuole disconoscere la pandemia, ma ci sono anche altri malati di cui non bisogna dimenticarsi».

Così Alberto Zangrillo, prorettore dell’Università e primario di Anestesia e Rianimazione al San Raffaele di Milano in un’intervista a La Stampa.

L’esperto ha poi aggiunto sugli allarmismi: «Hanno portato solo a un clima negativo. Ricordo all’inizio della pandemia, quando alle 18 la Protezione civile snocciolava numeri veri, ma che ripetuti ogni giorno drammatizzavano la situazione. Spaventare le persone non è mai educativo» e oggi «non c’è correlazione tra ciò che viene comunicato e quello che accade. Le previsioni, per esempio, sono sempre negative e scoraggiano la popolazione».

Lo specialista invita a «stare ai dati dell’Istituto superiore di sanità, secondo cui negli under 30 lo 0,07% corre il rischio di morte e negli under 40 lo 0,28%. Questo per dire che c’è una grande differenza con chi ha più di 70 anni. Il tasso di letalità negli under 40 è 800 volte più basso che negli over 80».

A Zangrillo non piace il green pass: «Per me il buon senso e il rispetto valgono più di ogni attestato. Inoltre, mi pare sconveniente caricare della responsabilità dei controlli i gestori delle varie attività».

E sulle condizioni di Silvio Berlusconi, suo paziente: «Segue le mie indicazioni e, nonostante vada per gli 85 anni e sia una persona fragile, vive un momento di buon equilibrio», precisando che «è guarito ed è vaccinato».

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