Dopo 123 anni da quando lo aveva inaugurato, nel 1897, e dopo 23 anni dall’ultima presenza in stagione, nel 1997 per il centenario dell’inaugurazione (al Politeama Garibaldi), al Teatro Massimo torna Falstaff di Giuseppe Verdi, assente da oltre cinquant’anni.

La prima di Falstaff è venerdì 21 febbraio alle ore 20.00: in coincidenza con il quinto anniversario della morte di Luca Ronconi. In scena andrà infatti, un omaggio al grande regista, la sua terza versione di Falstaff, ora ripresa a Palermo dalla regista Marina Bianchi.

In scena, con le scene di Tiziano Santi, i costumi di Tiziano Musetti e le luci di A. J. Weissbard, Ronconi ha creato un mondo intimo, dove le tante macchine presenti in scena – carri, tricicli, carrelli – rispondono alle complessità delle macchinazioni escogitate dai personaggi, in un mondo in perpetuo movimento. Uno spettacolo che Luca Ronconi definì: “Lineare e senza stupidaggini, senza finte trovate, leggibile da ogni persona di buon senso”.

Con Falstaff  Verdi racconta l’altro lato dell’esistenza umana, quello intimo, delle famiglie normali dove la moglie è fedele al marito ma lo prende in giro, dove i figli si ribellano all’autorità dei genitori che accettano di buon grado la sconfitta, dove le amiche si riuniscono il pomeriggio per spettegolare e dedicarsi alle faccende di casa, dove si fanno i conti della spesa, il bucato, si prepara una festa in maschera.

Per mostrarci il lato nascosto della storia tralasciando le gesta dei potenti per curarsi della vita quotidiana Verdi sceglie, non a caso, l’antieroe shakespeariano per eccellenza, quello che nelle grandi tragedie storiche come Enrico IV ed Enrico V è solo un personaggio di contorno e che invece con Le allegre comari di Windsor – scritta per rispondere al desiderio della regina Elisabetta I – diviene protagonista assoluto.

Dal 1997 ad oggi sono passati altri ventitre anni, e nuovamente Falstaff e Nabucco tornano in scena al Teatro Massimo a riassumere tutta la parabola, tra tragedia e commedia, del grandissimo compositore che “pianse ed amò per tutti”. L’unico che seppe sempre parlare con la voce del singolo e con quella della collettività, l’unico che non condanna e non assolve nessuno, perché i suoi personaggi negativi hanno sempre una dolente giustificazione e i suoi eroi un lato oscuro.

Venerdì 21 febbraio alle ore 18.30 nella Sala ONU del Teatro Massimo, prima dell’inizio dell’opera, Beatrice Monroy racconterà Falstaff con Sabrina Petyx e Giuseppe Cutino, con letture e narrazioni dal libretto di Arrigo Boito, da Rabelais e da Giuseppe Verdi.