Il piacere di sedersi a tavola, con la consapevolezza di sapere ciò che si mangia: un piatto colmo di amore e passione.

E’ la filosofia di ‘Nebrofood’, nuovo progetto presentato ieri a Castello a Mare di Palermo, dedicato al rilancio del territorio e alla valorizzazione dei prodotti locali, alla riscoperta delle risorse che consentano di rimettere in moto l’economia italiana a partire dalla Sicilia e dai Nebrodi. La mission è ripartire proprio dall’enogastronomia di eccellenza e dal turismo. L’idea intende legare direttamente il territorio col cibo e propone un carrello elettronico da cui potere acquistare online i prodotti.

“Io credo al futuro, e in particolare al futuro tecnologico – spiega Claudio Savarese, responsabile di nebrofood.it – . Mi ha fatto notare il comico Roberto Lipari che nel dialetto siciliano non esiste il tempo futuro, diciamo sempre  ‘Avissi a ghiri’, sarà un caso? – sorride – Ma bisogna credere nel progresso e credere nella terra. È molto importante considerare l’aspetto del chilometraggio legato alla produzione. I nostri prodotti non possono neanche essere definiti ‘a km zero’ perché lavoriamo a metro. E tutto ciò ha una serie di conseguenze: i nostri formaggi, ad esempio, sono ottenuti da latte crudo e non richiedono l’usuale pastorizzazione effettuata per non fare inacidire il latte durante la fase del trasporto. Il nostro latte, infatti, è lavorato subito dopo con conseguente differenza anche nella colorazione del prodotto finale che è un bianco diverso rispetto ai classici formaggi, ma di impareggiabile genuinità. Altro dato da considerare è il rispetto del ciclo produttivo e la veridicità delle etichette: molto spesso, purtroppo, si crede di acquistare creme o granelle a base di pistacchio di Bronte, ma ciò non è possibile perché si tratta di una tipologia di frutta secca la cui lavorazione richiede ben quattro anni e con una produzione di quantità limitata. Di conseguenza il pistacchio che mangiamo è molto probabilmente importato e che non contiene le stesse proprietà nutrizionali. Domandiamoci – conclude – insomma ciò che mangiamo.”

Sono molti i benefici sull’organismo derivanti da una corretta ed equilibrata alimentazione, che non significa privazione, ma varietà e l’assunzione della giusta dose di elementi a partire da cibi controllati e realizzati senza nessun tipo di manipolazione o alterazione dei processi naturali, tra cui rientra il confezionamento con le conseguenti tossine.

“Tv e web creano molta confusione e false convinzioni sul cibo –  spiega Vito Basile, biologo e nutrizionista -. Ad esempio la frutta secca oleosa non va demonizzata. Questa contiene omega 3, omega 6, acido linoleico, zinco, rame e molti altri elementi importantissimi per l’organismo con effetti antinfiammatori e numerosi benefici per molte altre patologie, ma non bisogna mai abusarne. Occorre mangiare tante fibre, fare cinque pasti al giorno non troppo abbondanti e non saltare la colazione. No anche allo 0,1 perché c’è meno grasso, ma più zucchero.”

Un ritorno allo slow food, a quella rituale lentezza legata ai pasti che oggi viene sempre meno in molte famiglie, dove sul tavolo si prediligono cibi preconfezionati da supermercato. Ma la Sicilia dice no ai cambiamenti nel regime alimentari subentrati nella Penisola a partire dagli anni ’60-’65 in poi e legati alle trasformazioni del mercato legati a una visione diversa, moderna, globalizzata. La dieta mediterranea, parte oggi del Patrimonio Unesco e custode di valori nel pieno rispetto della natura, intende conservare la propria biodiversità.

“Sono felicissima di partecipare oggi a un tavolo dove l’innovazione coincide con un regime di alimentare salutistico – spiega la professoressa Annamaria Amitrano -. Oggi purtroppo è tradizione mangiare un panino al McDonald sabato sera, dimenticando completamente la nostra identità. Non posso che augurare una grande fortuna a chi porta avanti attivamente la voglia di ‘tornare indietro’ che non vuole essere una forma recessiva, ma che s’inserisce in un contesto sociale e culturale siciliano dove la dimensione sociale non è ancora realmente svincolata dal pranzo e dalla cena in famiglia a base dei prodotti della propria produzione agropastorale. Mangiare bene, stare bene e vivere secondo natura sono valori, per fortuna, ancora qui esistenti e questo è il nostro punto di partenza.”