Acqua nei cantieri, roccia troppo dura ed imprevisti più grandi di qualunque azienda: così continua l’epopea del cantiere del collettore fognario del centro di Palermo. L’opera interessa il circondario compreso fra via Roma e via Francesco Crispi, per un totale di quattro pozzi complessivi.

Un cantiere sul quale stanno lavorando oltre 20 operai, più quelli sulle opere in subappalto. Lavori che dovevano essere conclusi a novembre 2021 ma che, a causa di una serie di imprevisti, si trasleranno almeno fino al primo trimestre del 2022, se non oltre. Se su via Roma, infatti, il problema è rappresentato da una roccia troppo dura per essere rotta con la tecnica del microtunnelling, in via Francesco Crispi l’impedimento è rappresentato dall’acqua. Fatto che impedisce di portare avanti gli scavi. Un problema non solo per l’opera, ma anche per la viabilità cittadina, falcidiata da lavori in corso infiniti ed ordinanze che limitano la mobilità dei mezzi pesanti.

Lo stato del collettore fognario di via Roma

Collettore Fognario 3Il progetto, nel suo complesso, partiva da un valore lordo da 19 milioni di euro. Quando Amec è subentrata all’ex titolare dei lavori Sikelia, rimaneva un valore residuo da 5 milioni di euro. Di questi, l’azienda etnea è già messo in campo interventi per 2,5 milioni di euro.

A descrivere la situazione sono i vertici di Amec, l’azienda che si sta occupando dei lavori. In un’intervista rilasciata ai nostri microfoni, il manager Achille Anselmo; il direttore del cantiere Alessio Pignatone e il contabile Giandomenico Marras, commentano così lo stato dell’arte. “L’Amec srl subentra nell’appalto in oggetto, attraverso un acquisto di ramo d’azienda, alla fine del 2019. Nel gennaio 2020, si è dato avvio ai lavori dando immediatamente seguito alle opere di completamento rimaste in sospeso dalla precedente impresa. I lavori stavano procedendo alacremente. Ma hanno subito delle sospensioni per varie ragioni oggettive (l’emergenza Covid; l’alluvione del luglio 2020; ritrovamenti archeologici su via Roma) che ne hanno rallentato l’esecuzione nei tempi previsti”.

Imprevisti che, per quanto grandi, non erano nulla in confronto a quello che gli operai avrebbero trovato nei tunnel. “Successivamente, sul tratto di scavo in microtunnelling su via Roma, si sono verificati altri rallentamenti. Ciò a causa di una diversa natura dei terreni di scavo, denominate sorprese geologiche, che permangono tutt’ora e che hanno determinato una nuova previsione circa l’ultimazione dei lavori suddetti, rispetto a quanto stimato originariamente. Attualmente restano circa 90 metri di scavo in microtunnelling, rispetto ai 343 totali”.

Cantiere di via Crispi ancora al palo

Se il cantiere di via Roma è ai 2/3 del suo percorso, quello di via Crispi è ancora al palo. Il motivo? L’acqua. “Altra problematica, allo stato attuale, che ha determinato un rallentamento delle opere – sottolineano i vertici di Amec -, ha riguardato l’attraversamento di via Crispi, dove, nella esecuzione di scavi in trincea per la posa di tubazioni, si sono riscontrate copiose infiltrazioni di acque di falda e fognarie, che rendono complessa l’esecuzione dei lavori. Ciò se non si procede con un aggottamento delle acque con un sistema di sollevamento e scarico. Il problema è costituito dal fatto che in zona non risultano recapiti adeguati e si sta operando, con i tecnici comunali, ad individuare una soluzione temporanea che consenta lo scarico in un recapito con una certa capacità in grado di ricevere la portata di liquido presente nello scavo”.

“Per i suddetti problemi, sono in corso dei confronti con l’Amministrazione comunale (Committente dei lavori), che si è sempre mostrata disponibile a recepire quanto da noi rilevato, per individuare, di concerto, le soluzioni ai problemi, evidentemente oggettivi, e consentire quindi il corretto proseguimento dei lavori”.

Il caso dei condomini allagati

Allagamenti, quelli fra piazza della Pace e via Crispi, di cui vi avevamo già parlato a fine luglio, quando i condomini avevano lamentato la presenza di acqua nei sottoscala e nei sotterranei del palazzo. Tant’è che gli stessi si sono dotati di pompe idrovore, al fine di drenare i liquidi nell’adiacente fognatura. Esperimento su cui avevano provato a lavorare anche quelli di Amec, ma senza successo.

Collettore Fognario 2Quello di piazza della Pace non è però un caso isolato. Sono almeno cinque i condomini in zona che hanno avuto problemi di allagamenti a partire da febbraio 2o18. Essi sono divisi fra via Rosario Gerbasi, via Ettore Pais e corso Domenico Scinà. Un caso che gli stessi amministratori dei palazzi residenziali hanno segnalato, anche attraverso il ricorso ai propri legali. Proprio gli avvocati dell’edificio di via Ettore Pais 8 avevano segnalato l’insorgere di una copiosa risalita di acque dal sottosuolo. L’amministratore del Condominio si è attivato, installando una pompa idrovora attiva H24, nonché incaricando un professionista geologo di fiducia per indagare l’origine del fenomeno.

Ad essere scelto per l’incarico fu l‘ingegnere Pietro Todaro, che ha redatto una perizia nel gennaio del 2019. Nella stessa il professionista ha riscontrato un allagamento del piano cantinato dei palazzi. Le acque raggiungevano i 26 centimetri di altezza dal piano di calpestio. Il tecnico ha escluso fin da subito che le cause di presenza dell’acqua potessero dipendere da dispersioni e/o perdite idriche localizzate dell’impianto idropotabile. Come anche da infiltrazioni e/o percolazioni esterne. Dall’esame delle analisi chimico-fisiche, venne riscontrata la presenza di cloruri non riconducibili alle caratteristiche dell’acqua potabile comunale, nonché valori di conducibilità elettrica che hanno escluso la presenza di acque salmastre.

La perizia Todaro e l’ipotesi dell’anello ferroviario

Dopo aver escluso le ipotesi del bilancio delle acque e delle onde di mare, Todaro si è concetrato su una terza opzione. Essa fa riferimento alla correlazione del fenomeno con i lavori dell’Anello Ferrovario, sulle quali l’ingegnere scrive quanto segue.

La terza ipotesi legata agli effetti prodotti dalla realizzazione della galleria di metro-ferroveria, denominata “Anello Ferrovario”, ha trovato invece nelle verifiche condotte piena conferma come unica causa dell’innalzamento del livello della falda idrica locale e del conseguente allagamento del locale cantinato. La turbativa e l’impatto che tale struttura produce sono evidenti costituendo la galleria nel suo complesso. Uno sbarramento sotteraneo, con un fronte di ben 16 metri di altezza, al naturale deflusso della falda. Il lento flusso idrico è deviato sia verso l’alto, innalzando la quota piezometrica locale, sia verso il basso, dove trova sfoga nel “corridoio” residuo di calcarenite compreso fra il fondo dell’Anello e il basamento argilloso impermeabile“.

“Volontà di finire i lavori nel minor tempo possibile”

Collettore Fognario 1Imprevisti, quelli di cui sopra, che comporteranno dei ritardi sulla chiusura dei lavori. Sul cantiere di via Roma, oltre a finire il tunnel che collegherà il pozzo A (via E.Amari) al pozzo B (via Guardione), vi sarà la necessità di far uscire i macchinari relativi al microtunnelling e ai sistemi di scavi. Poi si potrà procedere alla posa dei solai e alla conseguente riapertura della viabilità. Appare improbabile che il cantiere si possa chiudere a novembre 2021, termine che era stato precedentemente indicato.

Ma l’azienda Amec chiarisce che farà di tutto per ridare al più presto alla città la massima mobilità possibile. “L’impresa, malgrado tutte le problematiche riscontrate, anche dovute al fatto di subentrare ad un appalto già in corso, ha sempre manifestato la volontà di portare a termine i lavori nel minor tempo possibile, mettendo tutte le risorse necessarie, e siamo certi che, risolvendo le problematiche testè richiamate, potremo consegnare alla città di Palermo un’opera strategica, nell’ambito del sistema di disinquinamento delle coste, obiettivo del progetto di cui in appalto”. Un ritardo che compoterà spese impreviste all’azienda, impegnato con diverse squadre sui pozzi. Secondo quanto riferito dai vertici di Amec, la fine dei lavori potrebbe aggirarsi realisticamente fra il primo e il secondo trimestre del 2022.

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