Cinquanta medici chirurghi dell’ex ospedale Cervello di Palermo riceveranno lo stesso trattamento economico dei colleghi di Villa Sofia.

Quando le due aziende si sono riunite nel 2009 i medici del Cervello hanno denunciato una disparità di trattamento economico, a parità di mansioni e anzianità, rispetto ai colleghi provenienti, invece, dall’azienda Villa Sofia.

Solo questi ultimi, infatti, beneficiavano di una quota di retribuzione denominata “variabile aziendale” non corrisposta invece ai colleghi provenienti dall’ex Cervello, in violazione oltre che dei principi di uguaglianza (articolo 3 della Costituzione) e di adeguatezza e sufficienza della retribuzione (articolo 36 della Costituzione), anche delle norme della contrattazione collettiva di settore.

Dopo avere invano diffidato l’Azienda per la palese disparità di trattamento, una cinquantina di chirurghi medici, non si sono arresi alla immotivata negazione del riconoscimento del diritto rivendicato, decidevano dunque nell’anno 2013 di ricorrere al Giudice del Lavoro, rappresentati e difesi dall’avvocato Sonia Spallitta, per ottenere il ripristino della parità di trattamento economico con i colleghi pari grado e, dunque, la corresponsione mensile della retribuzione corretta, comprensiva della quota variabile, oltre gli arretrati per gli anni trascorsi. Seguivano altre azioni giudiziarie da parte di altri medici.

Dopo numerose udienze e il trascorrere di qualche anno, la vicenda è andata a buon fine. “Infatti, tra l’Azienda – dice l’avvocato – si è resa conto forse dell’evidente ingiustizia perpetrata ai danni di alcuni medici, e i legali dei medici, con l’ausilio anche di alcuni sindacati, veniva concordata  una ipotesi di transazione che avrebbe comportato la rinuncia al contenzioso ma il diritto alla corresponsione mensile anche della componente variabile della retribuzione e la corresponsione altresì di tutti gli arretrati a far data dalla fusione.

Nel mese di luglio di quest’anno, l’Azienda, diretta da Gervasi Venuti, ha correttamente tenuto fede agli accordi, provvedendo a corrispondere entro il termine concordato (31 agosto) anche gli arretrati”.