Il giovane liutaio palermitano Federico Castelluccio, con il violino “Africa” ha vinto il premio speciale Musicrama “Giovane partecipante”, al decimo concorso Anlai di Sesto fiorentino, in provincia di Firenze.
La giuria era composta dal maestro Mischa Myski presidente onorario, dal professor Gualtiero Ndal maestro Lorenzo Frignani presidente giuria dei maestri liutai e presidente dei liutai professionisti Ali ed i maestri liutai Marco Coppiardi, Pal Racz(Ungheria) e Davide Sora. Erano presenti liutai di Armenia, Bulgaria, Brasile, Cina, Corea del Sud, Danimarca, Finlandia,  Francia,  Germania, Giappone, Iran, Italia, Malesia,  Messico, Russia e Svizzera.
Castelluccio, a soli diciannove anni, ha già una discreta esperienza che lo ha reso noto oltre lo stretto, dove è apprezzato per la qualità artigianale e per le doti musicali dei suoi strumenti. Alcuni suoi violini sono stati suonati dai maestri della Berliner Philarmoniker, la grande istituzione musicale della capitale della Germania, e, quando aveva appena sedici anni, il grande violinista Uto Ughi gli ha affidato un suo violino per un intervento, durante una sua esibizione a Palermo.
Federico Castelluccio è diplomato al liceo musicale di Palermo e come liutaio è un autodidatta. L’amore per la musica classica fa parte del suo dna, come la maestria nell’artigianato e nella lavorazione del legno, in particolare: il nonno e lo zio materno sono falegnami. Ha conosciuto il violino già nella scuola elementare e da adolescente ha cominciato a costruire i suoi primi strumenti che attirarono l’attenzione del maestro Alessio Pampalone, del quale divenne allievo. Sotto la sua supervisione realizzò un violino per il quale vinse il Premio Giovani Liutai “Guglielmo dall’Ongaro”, assegnatogli a Roma presso il Conservatorio Santa Cecilia in occasione dell’International violin making competition “Premio Città di Roma” 2016.
I successi e gli apprezzamenti non gli hanno dato alla testa, perché Federico ha deciso di trasferirsi a Cremona, la patria mondiale della liuteria, per continuare a studiare e a imparare i segreti di un mestiere che è anche un’arte. In attesa di tornare tra i banchi della scuola di liuteria, ha cominciato a lavorare nel laboratorio di Giorgio Grisales, liutaio di  origini colombiane di fama mondiale, dove sta affinando la sua tecnica nella costruzione e restauro di strumenti antichi e moderni, ne rispetto della tradizione cremonese, e dove ha realizzato lo strumento che gli è valso il premio assegnatogli oggi, in Toscana, il violino “Africa”.

“L’ho chiamato così per una questione di orgoglio, di rivendicazione di identità. Alcuni, scherzosamente e senza malizia, quando si rivolgono a me, mi chiamano “Uè, Africa”. Per sdrammatizzare ho risposto così, con questo violino”, ci spiega Castelluccio. ”

Dai miei studi a Cremona, mi aspetto che l’influenza dei maestri, a livello di pensiero e di stile possa influire sulla mia crescita, non soltanto tecnica, ma creativa. Voglio prendere il meglio da loro per creare la mia liuteria, la mia identità e che quando qualcuno apre una custodia, tra dieci o venti anni non importa, possa dire “Questo è  un Castelluccio”, non per una questione di fama, ma perché il mio lavoro si possa riconoscere”. Con Ughi e i professori della Berliner i rapporti non si sono mai interrotti: “Con Ughi, raramente, mi sento ancora; mi chiede, anche attraverso la segretaria, qualche dritta sulle caratteristiche acustiche dei luoghi dove deve suonare a Palermo, per scegliere cosa suonare. Le collaborazioni con i professori di Berlino continuano appieno,  così come con i musicisti che a Palermo mi hanno sostenuto e che mi hanno dato fiducia, agli inizi della mia carriera”.

Carriera che continuerà lontano da casa, ci  dice: “Intenzione di tornare a Palermo, tristemente no. Almeno, non al momento. In Sicilia si fa tanto, come spettacoli, come musica, e sempre di ottimo livello, ma il contesto è un po’ ridotto, numericamente. Io parlo dal mio punto di vista professionale e, quindi, le opportunità, per un liutaio, da noi sono limitate. Più persone si conoscono più possibilità ci sono che ti chiedano un restauro, una riparazione, questo è ovvio. Qui nel nord in generale, è un posto dove gira tanta più gente, non è un mercato fisso, ma con persone sempre nuove che vengono a cercare cose nuove. Il mio obiettivo è di rimanere qua, aprire una mia bottega e essere ricercato da sempre più musicisti, con una varietà di gusti e di richieste”.

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