Per la prossima stagione artistica, il Teatro Lelio di Via Antonio Furitano n. 5/a, presenta otto spettacoli di prosa, dallo stesso prodotti, ripartendo con autentico slancio ed un cartellone dallo spiccato senso civile, affrontando tematiche attuali, di cui compiacersi con entusiasmo sincero.

Come è noto, il Teatro Lelio a Palermo è un luogo che ha una storia antica, legata indissolubilmente a quella della famiglia che lo fondò negli anni Novanta. Arriva, infatti, quest’anno la XXVIII rassegna della famiglia Lelio, una stagione teatrale, quella alle porte, che è la prima dopo la scomparsa di Giuditta Lelio (avvenuta il 13 novembre 2017, ndr) che curò la Direzione Artistica fin dalla nascita del Teatro.

Continua così l’antica tradizione familiare di far teatro, il cui nome deriva dalla “maschera” di Lelio il bugiardo che, nel lontano 1600, il capostipite della famiglia prese il nome della maschera che lui stesso interpretava sovente.

La nuova stagione inizierà domenica 16 dicembre, alle ore 17:00, con “Il gatto con gli stivali”, spettacolo per famiglie, con adattamento e regia di Domenico Bravo. Seguirà, domenica 6 gennaio 2019, “Di sogni, viaggi e meraviglie”, un testo dello stesso Domenico Bravo che ne cura anche la regia, interamente dedicato alle antiche fiabe siciliane che, sebbene di primo acchito possa sembrare anacronistico, presenta il vero intentodi un inno all’immaginazione, al gioco come momento ludico della salute sociale. Sarà poi il turno di “Segni di mani femminili”, di Valentina Ferrante, che andrà in scena domenica 27 gennaio, sempre alle 17:00, con la stessa Valentina Ferrante, Micaela De Grandi e Nunzio Bonadonna: trattasi di un lavoro originale alle nostre latitudini, uno spettacolo che dipinge un ritratto della comunità ebraica che popolò la Sicilia dal IV sec. d. C. fino alla sua cacciata del 1492. Firma la regia Micaela De Grandi.”Fuori dagli schermi”, di Massimiliano Geraci, è previsto per sabato 16 febbraio, ore 17:00, con Micaela De Grandi, Pietro Casano e Valentina Ferrante che cura anche la regia. Si tratta d’uno spettacolo che vuol porre l’accento sullo stravolgimento che le nuove tecnologie hanno sulle relazioni interpersonali. Una riflessione più che mai attuale sebbene talune ricerche dimostrino (forse senza neanche troppi paradossi) come gli adolescenti nativi digitali appaiano oggi più maturi, nell’uso dei social e del web in generale, più di quanto non abbiano saputo fare imillennials (nati intorno agli anni Ottanta del secolo scorso)…. Anche “Terra chiama uomo”, in scena domenica 24 febbraio (ore 17:00), scritto e diretto da Domenico Bravo, pone grande attenzione alla questione ecologica e ne sono protagonisti lo stesso Bravo, Eletta del Castillo e Danila Laguardia.

Del doloroso e tristemente attualissimo tema del femminicidio, tratta lo spettacolo “Donne d’amore uccise”, testo della compianta Giuditta Lelio (che in passato ne aveva curato anche la regia), in programma per venerdì 8 marzo, in occasione della giornata internazionale della donna: un modo per riflettere sulle relazioni malsane e anche per “fare memoria” e ricordare con un omaggio la capostipite del Teatro: interpreti Danila Laguardia e Micaela De Grandi. Con lo spettacolo “La Pazzia di Orlando”, rappresentato dai Pupari della Famiglia Bumbello, domenica 14 aprile, alle ore 17:00, si andrà alla scoperta del mondo dei pupi, con una visita guidata alla mostra “Paladini e pitture dell’Opera dei Pupi”, nel foyer del teatro. Giovedì 23 maggio, alle ore 21:00, ultimo spettacolo in cartellone “La Meccanica della grandezza”, ovvero Istruzioni per preparare all’obbedienza, scritto e diretto da Domenico Bravo che ne è anche interprete assieme a Danila Laguardia e Viviana Lombardo. «Cosa spinge un uomo a nascondersi in un ambiente ristretto e isolato, concedendosi solo di quando in quando qualche boccata d’aria e consumando nello stesso luogo i pasti giornalieri e sporadici momenti di piacere fisico? Non è avversione verso la società, né un tentativo di evitare ogni relazione umana, ma un’esibizione di potere». In tutto lo spettacolo la parola “mafia” non sarà mai pronunciata ma quest’ultimo appuntamento di teatro civile che offre il Lelio al pubblico palermitano è occasione per meditare sul potere ambiguo e sinistro, occulto e talvolta fascinoso che porta i suoi interpreti a elevarsi a divinità.