Si è dato fuoco nella sua auto in piazza Figurella a Villabate. Un suicidio tanto eclatante quanto doloroso quello che ieri ha colpito tutta Italia. L’uomo, la vittima, aveva perso il lavoro e la vergogna di non poter più far fronte ai propri impegni, di non poter più mantenere la propria famiglia, le persone care lo aveva gettato nella disperazione.

Ma il dramma di ieri non è, purtroppo, l’unico, forse il più eclatante di questi giorni, ma da quasi tre anni ormai, in Sicilia si registrano suicidi ogni settimana, spesso legati proprio alle condizioni economiche, al lavoro, alla crisi, ad una società che esclude.

La scelta del gesto tanto eclatante quanto doloroso, secondo i psicologi, potrebbe essere legata ad un senso di rivalsa, alla voglia di dire al mondo: “guarda cosa hai fatto, è colpa tua”, una rivalsa sociale estrema e drammatica.

La tragedia di ieri (leggi qui) è l’episodio più eclatante, è stato preceduto da un Sms di addio terribilmente drammatico (leggi qui) nel quale l’uomo chiedeva scusa alla figlia per il drammatico gesto che stava compiendo.

Ma tanti altri scelgono strade meno eclatanti. Di recente è successo nei pressi del tribunale di Palermo dove un uomo è stato salvato in extremis dai Carabinieri mentre nessuno è riuscito a salvare un anziano a Riposto ridotto sul lastrico dall’acquisto delle medicine che gli servivano per curarsi.

Ci sono, poi, i casi di un tabaccaio che si è tolto la vita nel suo negozio a Lascari ma la famiglia nega che la scelta sia avvenuta a causa dei debiti, e del titolare di un pub che si è tolto la vita a Ficarazzi dopo aver chiuso l’attività lo scorso 15 gennaio. Un lungo elenco che potrebbe continuare ancora e ancora fino a risalire ai suicidi degli operai e deli imprenditori edili dello scorso anno.

Un terribile problema sociale del quale le istituzioni dovrebbero occuparsi creando occasioni di lavoro, sistemi di assistenza e di tutela, sistemi di inclusione sociale e di supporto che al momento non esistono o non funzionano a dovere.

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