Morì schiacciata dentro la sua casa da un masso staccatosi dalla montagna di Capo Gallo e che sfondo una parete della sua abitazione. Adesso sono stati tutti assolti i 12 imputati finiti a processo per la morte di Ornella Paltrinieri Galletti, 88 anni, schiacciata e uccisa nella sua casa di via Calpurnio, a Mondello, proprio da un masso che si era staccato dal Monte Gallo la notte del 27 novembre 2015.

Il giudice della quarta sezione del tribunale monocratico, Daniela Vascellaro, non ha ravvisato responsabilità e non ha quindi accolto la richiesta di condanna a un anno e 11 mesi formulata per tutti dalla Procura.

Tra gli assolti, diversi ex assessori e funzionari

Tra le persone scagionate ci sono l’attuale assessore all’Istruzione, Aristide Tamajo, difeso dall’avvocato Roberto Mangano e due ex componenti delle giunte che si sono susseguite nel tempo, Roberto Clemente ed Emilio Arcuri, in quanto assessori alla Protezione civile dal 2004 al 2015, ma anche tre capi dell’ufficio della Protezione civile del Comune, Salvatore Badagliacca, Nicola Di Bartolomeo e Francesco Mereu, nonché il progettista dei lavori di messa in sicurezza del costone roccioso (che iniziò con 10 anni di ritardo), Massimo Verga, i tecnici Camillo Alagna, Emilio Di Maria e Giuseppe Vinci, oltre a Filippo Carcara e Antonio Dino che, assieme a Mereu, erano Rup (responsabile unico del procedimento).

Gli imputati erano difesi dagli avvocati Alessandro Martorana, Fabio Lanfranca, Michele Calantropo, Serena Romano, Sergio Visconti, Cristiano Galfano, Giulia e Valentina Clementi, Roberto Macaluso, Sergio Lapis, Vincenzo Lo Re e Roberto Mangano.

Le accuse

Le accuse erano a vario titolo di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose (quella notte rimasero infatti ferite anche la figlia e la nipote della vittima). La famiglia di Ornella Galletti Paltrinieri si è costituita parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Alessandro Campo. Gli imputati furono rinviati a giudizio dal gup Rosario Di Gioia a luglio del 2020. Sotto inchiesta erano finiti anche gli ex sindaci Diego Cammarata e Leoluca Orlando, ma pure Mario Li Castri, Rosario Verga, Fabio Cittati e Vincenzo Cerniglia, le cui posizioni furono però archiviate.

Le indagini

In seguito alla morte dell’anziana partirono subito le indagini, coordinate allora dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Felice De Benedittis e Enrico Bologna. Secondo gli inquirenti, il distacco del masso “era assolutamente prevedibile” e il pericolo di frane dal Monte Gallo era ben noto da anni. Eventi simili a quello del 27 novembre del 2015 si erano peraltro già verificati in precedenza (nel 1994, nel 2009 e nel 2013).

Inoltre “la parete rocciosa di Capo Gallo – come avevano rimarcato i pm – per l’assetto idrogeologico è classificata come zona a pericolosità P4 molto elevata”. E che la pericolosità sarebbe stata ben nota al Comune lo dimostrava – per l’accusa – il fatto che sin dal 2004 era stato elaborato un progetto di messa in sicurezza del costone roccioso, finanziato dal ministero dell’Ambiente nel 2008, ma i lavori iniziarono solo due settimane dopo la tragedia in cui perse la vita Ornella Galletti Paltrinieri.

Tesi che sono state smontate dai difensori degli imputati, che hanno battuto sia sul fatto che chi abitava in quella zona sarebbe stato a conoscenza della pericolosità del luogo e soprattutto hanno messo in evidenza che i lavori per la messa in sicurezza partirono dopo anni per ritardi burocratici nella concessione dei fondi. Una ricostruzione alternativa che avrà convinto il giudice, che ha deciso di assolvere tutti gli imputati.