Si fore vis sanus, ablue saepe manus (se vuoi essere sano lavati spesso le mani). Questa semplice ma imprenscindibile norma sanitaria, tratta da un precetto della Scuola medica salernitana (IX secolo), ci ha accompagnati nel corso del lockdown e continua ancora oggi ad essere tra le più importanti pratiche di protezione contro la terribile epidemia di Covid-19.

Spiazzati di fronte a un male sconosciuto abbiamo fatto appello alla saggezza degli avi, riscoprendo pulsioni ataviche quali la paura e l’angoscia e rispolverando impulsi sopiti quali l’istinto di sopravvivenza e il senso di protezione verso gli affetti e la comunità.

La nozione di confine ha acquisito e perso forza. Stretti entro i limiti della nostra abitazione abbiamo combattuto un virus che non conosce frontiere e le singole disavventure sono confluite in un’esperienza di ampiezza globale.

Una disastrosa crisi ha imposto al mondo una pausa ma ha offerto al contempo un’occasione di riflessione e di crescita. Lo stesso termine pan·de·mì·a (dal greco pan-dèmos, tutto il popolo), racchiude in sé una potenza disarmante, apocalittica e poetica al contempo, in grado di suggerire con efficacia la complessità del fenomeno.

In attesa della tanto agognata ripartenza e di un graduale ritorno alla normalità, l’oratorio di san Mercurio di Palermo riapre in fascia serale sabato 13 giugno dalle ore 20:00 alle 24:00.

Si inaugura in anteprima pan·de·mì·a, videoinstallazione inserita all’interno della rassegna Sacrosanctum, frutto del lavoro di quindici artisti – Filippo Berta, Colectivo Democracia, Mario Consiglio, Joseba Eskubi, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Sandro Mele, Diego Moreno, Luca Pancrazzi, Luigi Presicce, Calixto Rámirez, Antonio Riello, Caterina Silva, Francesco Simeti e Fabio Sgroi – che nel maggio del 2020 hanno ricodificato il loro confinamento in un’esperienza visiva di forte impatto.

Le problematiche scaturite dall’invisibilità fisica dei confini, il rispetto delle misure di sicurezza, il difficile equilibrio tra convivenza e distanziamento si intrecciano a indagini dal carattere più profondo e intimistico. Paesaggi sconfinati e deserti si contrappongono al chiuso di ambienti domestici, solitari e sospesi nel tempo. Delle lattine danzano con ritmo ipnotico in una terrazza desolata, mentre un mappamondo, intrattabile, dispettoso e fuori controllo, ci ricorda quanto siamo inermi nei confronti del fato.

Organizzata da Amici dei Musei Siciliani e Spazio Rivoluzione e a cura di Adalberto Abbate e Maria Luisa Montaperto, pan·de·mì·a vuole offrirsi come un primo segnale di vita per una città che ha osservato una rigida quarantena ma che ora si appresta a ricercare nuove pratiche di socialità. L’ingresso, nel rispetto delle norme di sicurezza, prevede otto repliche della durata di 30 minuti, per un massimo di venti visitatori a gruppo. Un’occasione per godere di un lavoro inedito e di un monumento di rara bellezza. Si consiglia la prenotazione tramite mail a info@amicimuseisiciliani.it.

“Agli artisti – scrivono gli organizzatori – va il nostro plauso e il nostro più accorato ringraziamento. Ripartiamo da loro e con loro, nella speranza di gettare un faro sulla necessità di proteggere e dare valore a una categoria professionale indispensabile, purtroppo spesso invisibile, che ha molto sofferto durante il lockdown e che, nonostante tutto, continua ad esserci per noi”.

Esposizione: 13 giugno 2020

Orario: h 20:00 – 24:00. Ingresso ogni 30 min, max 20 visitatori per ciascun turno

Ticket: € 3.00

Prenotazione consigliata. È possibile prenotare a info@amicimuseisiciliani.it

Artisti: Filippo Berta, Colectivo Democracia, Mario Consiglio, Joseba Eskubi, Francesco Lauretta, Urs Lüthi, Sandro Mele, Diego Moreno, Luca Pancrazzi, Luigi Presicce, Calixto Rámirez, Antonio Riello, Caterina Silva, Francesco Simeti, Fabio Sgroi

Curatori: Adalberto Abbate, Maria Luisa Montaperto

Organizzazione: Amici dei Musei Siciliani, Spazio Rivoluzione.

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