Svelato il programma di apertura di Manifesta 12, la Biennale nomade che per questa edizione ha scelto Palermo. Dal 14 al 17 giugno sarà un lungo fine settimana all’insegna della performing art con artisti del calibro di Marinella Senatore.

Si inizia il 14 alle 17 con Laura Poitras, premio Oscar 2015 per il miglior documentario con “Citizenfour”, che incontrerà gli studenti del Csc al Teatro Garibaldi. La regista e il suo team hanno lavorato a un progetto sul Muos e gli americani di Sigonella, in collaborazione col Centro sperimentale di cinematografia di Palermo.

Venerdì 15 sono in programma le perfomance di Nora Turato all’Oratorio di San Lorenzo e del nigeriano Jelili Atiku, quest’ultima, che si svolgerà fra il Foro italico e i Quattro Canti (15.30-17.30), s’intitola “Festival of the Earth” ed è ispirata al Festino di Santa Rosalia e alle storie degli Yoruba. Alle 18 al Teatro Massimo, l’incontro “Borderless Conference” e, alle 20.30, andrà in scena – con diretta streaming a piazza Verdi – “Bintou Were. A Sahel Opera”, opera africana su libretto di Wasis Diop e Koulsy Lamko e musica di Ze Manel, realizzata dal Massimo in collaborazione con l’Orchestra e il Coro interculturali del Conservatorio di Palermo.

Sabato 16, Marinella Senatore coinvolgerà la città in “Palermo Procession” (ore 17-19), performance urbana e installazione multimediale da S. Chiara al Foro Italico. Mentre l’azione di Matilde Cassani avrà luogo ai Quattro Canti (ore 11-12). La giornata si concluderà con la Cerimonia ufficiale di apertura a Piazza Magione. Domenica 17 la Biennale aprirà ufficialmente al pubblico con la perfomance di Patricia Kaersenhout a palazzo De Seta (10-10.30) e ancora Nora Turato. Fra il 15 e il 19 giugno, infine, sarà possibile visitare, l’installazione del collettivo artistico milanese Masbedo all’Archivio di Stato.

Manifesta 12 proseguirà fino al 4 novembre, indagando le trasformazioni socioeconomiche e ambientali di una realtà
complessa qual è quella di Palermo, nell’ottica di una possibile integrazione fra culture.

Nel dipinto “Veduta di Palermo” di Francesco Lojacono, esposto alla Galleria di Arte Moderna, nessuno degli elementi naturali che compongono il paesaggio ritratto risulta indigeno. Nell’ottica di una città, laboratorio di differenze e meta costante di flussi migratori, i curatori Bregtje van der Haak, Andrés Jaque, Ippolito Pestellini Laparelli e Mirjam Varadinis hanno immaginato Palermo come un giardino planetario, un luogo dove forme di vita diverse si mescolano e si adattano per convivere.

Così il lavoro del palestinese Khalil Rabah nasce dall’interesse dell’artista per i mercati della città. Si guarderà inoltre con occhio diverso alle periferie con il progetto “Becoming Garden” di Coloco & Gilles Clément che consiste nella creazione di un giardino allo Zen, attraverso incontri, workshop e visite guidate; e alla speculazione edilizia con “Monte Gallo”, workshop, intervento urbano e installazione ispirati a Pizzo Sella di Rotor, collettivo belga di architetti e designer.

Ancora Maria Thereza Alves presenterà la sua “Proposta di Sincretismo (questa volta senza genocidio)”, installazione che intende restituire la complessità e la stratificazione degli scambi culturali; Cooking Sections, collettivo londinese composto da Daniel Fernández Pascual e Alon Schwabe preparerà “What is above is what is below”, installazioni e pranzi al sacco; mentre tre alberi siciliani custodi di storie e di ricordi daranno vita a “Wishing Trees” di Uriel Orlow.

Vi saranno poi la video installazione dell’irlandese John Gerrard “Untitled (near Parndorf) Austia 2018” e “City Script” dello scrittore palermitano Giorgio Vasta, laboratori di storie e scrittura creativa, in collaborazione con Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo.