Prima di assumere gli ex sportellisti nei Centri per l’impiego la Regione dovrebbe individuare i profili necessari e occuparsi delle mansioni superiori svolte da tutto il personale regionale, compresi i funzionari direttivi e gli istruttori direttivi. Reggono Centri per l’impiego e strutture interne dei Servizi, “che nel corso degli ultimi 15 anni ha contribuito egregiamente al raggiungimento degli obiettivi dipartimentali”.

È questo in sintesi il senso del nuovo affondo dei sindacati autonomi sulla vertenza del dipartimento del Lavoro, dove da anni il personale si trova di fronte a problemi irrisolti ma il dipartimento adesso sta provando ad assumere i 1.800 ex sportellisti.

La dirigente del Lavoro ha risposto ai sindacati sostenendo che l’iter non viola alcuna normativa vigente, né tantomeno le relazioni sindacali, in quanto è suo intendimento “convocare al più presto le sigle sindacali per condividere le risultanze di questo primo monitoraggio, analizzare a fondo la problematica e individuare le possibili successive azioni da intraprendere”.

Ma Cobas-Codir, Sadirs e Siad, che rappresentano la maggioranza dei dipendenti, spiegano che non hanno “alcuna remora contro le giuste aspettative degli sportellisti a conseguire un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, solo che, a nostro avviso, è oltremodo difficile inserire 1.835 unità di personale in un settore, i Centri per l’Impiego, che occupano già circa 1.900 dipendenti, che sino ad oggi hanno espletato lodevolmente tutte le attività istituzionali, comprese quelle che dovrebbero compiere gli ex sportellisti. Tanto da ricevere il 21 settembre 2017, da parte del dirigente generale pro-tempore, un encomio e un ringraziamento per avere contribuito a porre l’amministrazione della Regione siciliana al primo posto quale regione più performante in Italia”.

Gli autonomi inoltre “biasimano l’amministrazione per avere sostenuto una spesa di circa 500 milioni di euro per remunerare gli ex sportellisti mentre l’amministrazione ha svolto tutti i compiti istituzionali, in loro assenza, nel corso degli ultimi 4 anni, con le professionalità interne a costo zero e con lode”. Da qui la richiesta di una “convocazione delle delegazioni trattanti che deve riportare all’ordine del giorno oltre che tali argomenti da trattare, anche le soluzioni per risolvere contestualmente il problema del riconoscimento delle mansioni superiori svolte da tutto il personale regionale”.

Arriva a stretto giro la risposta degli sportellisti: “Basta guerra inutile. Soprattutto basta guerra di numeri, non sappiamo più come dirlo, gli sportellisti storici non raggiungono le mille unità, il gioco di gonfiare il numero dei regionali nei cpi e quello degli sportellisti è un esercizio squallido – scrivono -. L’elenco, oltre a essere stato rigonfiato di soggetti che non hanno mai messo piede in uno sportello multifunzionale, è pieno di errori. La riforma che si prospetta a livello nazionale lascia spazi. Non è ‘noi al posto delle legittime rivendicazioni di esigenze di progressione di carriera dei regionali’, il tutto esula dall’esigenza di potenziare i centri per l’impiego che fa parte di un progetto nazionale e che vedrà tutti coinvolti in una seria riqualificazione di competenze. In Sicilia il rapporto tra disoccupati e addetti è già di 3000 unità, figuriamoci appena andrà a regime il reddito di cittadinanza. Quindi esortiamo al buon senso, la nostra battaglia non sfiori le loro rivendicazioni e viceversa. Piuttosto, a parte le uscite della dirigente, bisogna capire se la linea del governo continua ad essere quella della collaborazione con il governo nazionale come espressa dallo stesso presidente”.