A fronte dell’ennesimo imbarazzante annuncio di un’amministrazione pubblica che intende fare comunicazione a titolo gratuito, il sindacato dei giornalisti non può che ribadire con forza una posizione chiara e ferma: “Non è accettabile che un ente pubblico disponga atti di assunzione di giornalisti a titolo gratuito e non è etico che i giornalisti accettino questi incarichi”.

La ricerca di un comunicatore a titolo gratuito, per il padiglione della Sicilia alla Fiera Vinitaly da parte dell’assessorato regionale all’Agricoltura, ripropone in modo clamoroso le difficoltà di rapporti chiari e trasparenti tra il mondo del giornalismo, l’informazione e il mondo della pubblica amministrazione.

Fermo restando che è vietato dalle leggi affidare incarichi a titolo gratuito a giornalisti iscritti all’Ordine, (né a chiunque, da parte della pubblica amministrazione, dopo l’entrata in vigore lo scorso 6 dicembre della legge 172/2017) resta la gravità del tentativo dell’assessore regionale all’Agricoltura di aggirare l’ostacolo, cancellando di fatto la figura del giornalista addetto stampa e ipotizzando una figura ibrida di comunicatore, fuori da ogni profilo professionale e contratto di lavoro.

Da tempo l’Associazione siciliana della Stampa chiede alla Regione e agli Enti locali siciliani un tavolo di confronto per l’istituzione di uffici stampa che siano previsti e fissati nelle piante organiche, con un numero di giornalisti adeguato alle esigenze di un’informazione trasparente e di qualità, che siano al servizio degli Enti e garantiscano ai cittadini il diritto di essere correttamente informati.

E questo nel rispetto delle legge 150 che però, a distanza di quasi 20 anni dalla sua emanazione, non può più avere regime di prima applicazione. In questo senso la strada maestra resta sempre e unicamente quella dei concorsi pubblici per titoli, con l’applicazione del contratto di lavoro per i giornalisti vigente in Sicilia (unica regionale in Italia) che ne definisce i profili professionali.

Gli uffici stampa, anche quelli per singole manifestazioni, non possono e non devono essere una riserva di incarichi di miglior favore per dipendenti pubblici o per personale che a vario titolo ricoprono già altri incarichi, ma strutture altamente professionalizzate alle quali deve essere possibile accedere solo dopo rigorose e trasparenti selezioni pubbliche.

A questi principi non può fare eccezione nemmeno la Fiera dei vini, così come quella dei carciofi. L’associazione siciliana della Stampa, dunque, invita l’assessore all’Agricoltura a ritirare il provvedimento emesso; e il presidente Musumeci ad accelerare i tempi per la definizione dell’organico e la messa in concorso dei posti per i giornalisti dell’ufficio stampa della Presidenza. Un ufficio stampa strutturale e professionale eviterebbe certamente figure meschine di questo tipo di cui la Sicilia non ha certo bisogno.

E dopo qualche ora di polemica sulla vicenda arriva l’intervento dell’assessore che, con un’altra caduta di stile, annuncia il passo indietro “La Sicilia una volta finiva sui giornali per gli sprechi, adesso per una eccessiva parsimonia. Si è superato il limite, anche se è stato fatto in buona fede. Il lavoro va remunerato, per questo d’intesa con il dirigente abbiamo revocato l’avviso”.