• Il contratto relativo al triennio 2016-2018 non regge all’esame della Corte dei Conti
  • Per la magistratura contabile c’è la “mancata compatibilità finanziaria ed economica”
  • I sindacati “Gravissima violazione dei diritti di un’intera categoria. Regione trovi soluzione al più presto”

Il nuovo contratto della dirigenza della Regione siciliana, quello relativo al triennio 2016-2018, non regge all’esame della Corte dei Conti. Tra le motivazioni della magistratura contabile “la mancata compatibilità finanziaria ed economica” del nuovo contratto.

“Regione trovi soluzione al più presto”

“Si tratta di una gravissima violazione dei diritti di un’intera categoria di lavoratori, ad oggi l’unico comparto della pubblica amministrazione di tutta Italia a scontare ben due bienni di ritardo e ad attendere da oltre 15 anni il rinnovo contrattuale. La Regione trovi al più presto una soluzione per non far scontare ai lavoratori le conseguenze della devastante parifica del rendiconto del 2019, la cui partita non sembra essersi chiusa”, dicono le segreterie regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas-Codir, Sadirs e Ugl, commentando la certificazione negativa che la Corte dei Conti ha restituito all’Aran Sicilia.

“Bocciatura rischia di compromettere macchina amministrativa”

“Questa bocciatura rischia di compromettere il buon funzionamento della macchina amministrativa regionale proprio in un periodo in cui è importante che la struttura funzioni nel migliore dei modi. Lo abbiamo ribadito più volte: non vogliamo discutere soltanto di aspetti economici, ci interessa il confronto sul progetto complessivo di burocrazia regionale, da qui al 2030 e oltre. Dobbiamo gettare le basi per una nuova Regione”, concludono le organizzazioni sindacali.

“Si riordini tutta la pubblica amministrazione”

“Prendiamo atto che la Corte dei Conti ha nuovamente rifiutato di certificare il Contratto della Dirigenza della Regione 2016/2018, già scaduto, ritenendo inattendibili i costi quantificati e la loro compatibilità – dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del sindacato Siad-Csa-Cisal – La Corte, nel rimarcare il mancato rispetto dell’accordo tra lo Stato e la Regione relativo al ripiano del disavanzo sottoscritto il 14 gennaio 2021, quindi dopo la sottoscrizione del contratto stesso, ha censurato anche la carenza delle condizioni di compatibilità economica della crescita dell’0,48% per il trattamento economico accessorio con gli attuali strumenti di programmazione e bilancio”

E continuano: “Adesso il Presidente della Regione e l’Aran Sicilia decidano, così come previsto dalla legge, se sottoscrivere definitivamente il contratto oppure riaprire le trattative con le organizzazioni sindacali. In ogni caso, riteniamo indispensabile e urgente accelerare le procedure anche per il riordino della pubblica amministrazione regionale, per dare risposte concrete al personale dirigente e alla collettività”.

Parere negativo già a febbraio

La Corte dei Conti ha dato parere negativo sull’ipotesi di rinnovo del contratto collettivo per i dirigenti regionali nel triennio 2016-2018 già a febbraio. Fra le competenze della Sezione di controllo, infatti, è prevista la certificazione dei contratti regionali e, in questo caso, è arrivato il disco rosso con la deliberazione n.23 del 2021.

Il Collegio ha ritenuto che le informazioni contenute nella relazione tecnica presentata dall’Aran siano tali da non consentire “di operare – così si legge nelle conclusioni – una verifica dell’attendibilità delle stime operate dall’ARAN in ordine ai costi contrattuali a regime e che l’incertezza del quadro finanziario per il triennio 2019-2021, non sorretto dai dati certificati del rendiconto 2019, impedisca di effettuare una corretta valutazione dell’incidenza dei costi del rinnovo contrattuale previsto nell’ipotesi di accordo, tanto per l’area della dirigenza regionale che, a fortiori, per quella degli Enti regionali. Ne consegue, alla luce delle osservazioni contenute nel presente rapporto, che l’ipotesi di accordo non può essere positivamente certificata”.