Tutti contro Lagalla dopo l’arresto di un secondo candidato del centrodestra a Palermo.

Ferrandelli

“Noi sappiamo da che parte stare. Noi stiamo dalla parte della legalità, della giustizia. Non ci piace squalificare gli avversari sulla base di incidenti giudiziari, ma abbiamo detto con molta chiarezza che l’iniziativa politica che noi stiamo perseguendo ha una base fondante che è quella dei beni comuni contro Cosa nostra”. Lo ha detto il candidato sindaco Fabrizio Ferrandelli, sostenuto da Azione e +Europa, nel pomeriggio, nel cuore del mercato della Vucciria, a Palermo, in occasione della manifestazione di chiusura della campagna elettorale per le amministrative di domenica prossima. Presenti, tra gli altri, il leader di Azione Carlo Calenda, quello di +Europa Benedetto Della Vedova e i suoi fedelissimi come Cesare Mattaliano, Ugo Forello e Giulia Argiroffi, consiglieri comunale.

“L’abbiamo detto ai palermitani, perché oggi, dopo avere festeggiato il trentennale della strage di Capaci – ha
proseguito – non possiamo permetterci di ritornare ad anni bui. Si voterà per il sindaco dei prossimi dieci anni di Palermo e questa città deve sapere di potere essere in mani sicure, in buone mani’.

I 5stelle

“Quanto sta succedendo è inaccettabile. Non si può candidare chiunque pur di fare incetta di voti. I candidati vanno passati ai raggi X prima di metterli in lista, in gioco c’è il destino di Palermo”.

Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Nuccio Di Paola a commento del nuovo arresto di un candidato al consiglio comunale di Palermo a sostegno di Lagalla.

“Un enorme plauso – continua Di Paola – va ai magistrati e agli inquirenti che hanno agito per tempo evitando al Comune guai peggiori. Ora però sorge un dubbio. E se quella venuta fuori fosse solo la punta dell’icerberg? Con che animo i palermitani andranno domenica alle urne? Mai come ora, comunque, l’astensionismo è scelta sbagliatissima. Se si crede fermamente nell’onestà, rettitudine e competenza di qualcuno è il momento di non fargli mancare il proprio sostegno. Prima il voto e poi a vedere la partita del Palermo”.

Francesca Donato

“Un secondo arresto nelle liste del centrodestra è un pessimo segnale che purtroppo conferma appieno i timori di ingerenze mafiose nel voto per il sindaco ed il Consiglio comunale di Palermo” lo afferma la candidata a sindaco della lista Rinascita Palermo, Francesca Donato.

“La scelta dei candidati di lista – prosegue Donato – non può trascurare il vaglio accurato del profilo etico e morale della persona. Se questa attenzione viene meno per la foga di accaparrarsi soggetti capaci di portare voti ad ogni costo, il risultato è che si consegna l’amministrazione della città a individui potenzialmente pericolosi”.

L’Europarlamentare in corsa per Palazzo delle Aquile lancia poi un appello: “invito gli elettori tutti a ponderare bene il voto non solo nella scelta del sindaco, ma soprattutto della lista, scegliendo fra quelle che hanno selezionato i candidati con cura e fra persone pulite senza ombra di dubbio” conclude.

Ciro Lomonte

Esiste una questione morale grande quanto un macigno a Palermo. Due candidati sostenitori di Lagalla arrestati per voto di scambio politico-mafioso sono un po’ troppi. A questo punto però non basta fare del moralismo e dire “loro sono mafiosi noi no”. No! Qua il problema è un altro: 200 anni di colonialismo italiano hanno creato solo quartieri ghetto, dove la delinquenza regna indisturbata. I partiti italiani hanno negato alla Sicilia lo sviluppo che le spetta, tutti. Lo Stato italiano è connivente con questo sistema da sempre e tutti i partiti, e quindi tutti i candidati sindaco (nulla di personale) sono oggettivamente interni a questo sistema che incatena la Sicilia. Tolleranza zero con la mafia, ma anche sviluppo, legalità, opportunità per i nostri giovani. Se non si risolve la storica Questione Siciliana queste brutte cronache non ci lasceranno mai più. Se la destra italiana porta lo stigma della maggiore concentrazione di questa feccia, la sinistra italiana, in tanti anni di malgoverno della capitale siciliana ha creato quel deserto economico in cui la malapianta della delinquenza alligna indisturbata. Solo la lista dei ribelli che guido è l’unica voce che si distacca nettamente da questo malaffare. I Palermitani hanno un occasione per cambiare.

Il segretario Pd Barbagallo

“E ora Roberto Lagalla fermi la sua folle macchina. Il secondo arresto per 416-ter a Palermo nel giro di 48 ore, l’ultimo giunto a poche ore dal silenzio elettorale prima del voto di domenica, è un fatto di una gravità inaudita senza precedenti nella storia” dice il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, dopo l’arresto di un candidato al consiglio comunale di Palermo in quota FdI per voto di scambio politico mafioso.

“Che il clima elettorale fosse pesante lo abbiamo detto in tempi non sospetti. La questione etica e morale viene continuamente calpestata a fronte della folle corsa al voto da parte del centrodestra. Ora però è il momento – prosegue – di prendere atto della realtà e di fare non uno ma 100 passi indietro. Lagalla chieda scusa ai palermitani, all’intera nazione e si ritiri in buon ordine. Lo faccia per il bene e per l’immagine di Palermo. Anche i leader nazionali e regionali del Centrodestra conclude – mettano un punto a questa corsa disastrosa”.

Non ci sono più scuse

“Se Lagalla accetta il sostegno elettorale di due condannati per mafia, quali Cuffaro e Dell’Utri, è ovvio che vi siano candidati in Consiglio Comunale della sua coalizione che considerino naturale chiedere i voti ai boss mafiosi.
È questo quello che sta avvenendo in questa campagna elettorale: siamo davanti ad uno smottamento morale, un indebolimento degli anticorpi politici contro la mafia. Due arresti in tre giorni per voto di scambio sono il segno di una degenerazione della coalizione che sostiene Lagalla il quale ha, ormai, le ultime ore per dire che non accetta i voti organizzati dai condannati per mafia e dai boss mafiosi” sostiene l’esponente di sinistra comune Giusto Catania.

“È inutile che continui a dire – afferma Mariella Maggio di Articolo 1 – che la sua porta resterà chiusa per i mafiosi. Deve arrendersi all’idea che li ha già in casa, riconosca che non può garantire la difesa della legalità dall’assalto mafioso e si assuma la responsabilità politica di tutto quello che sta accadendo”.