“Bandi scritti letteralmente con i piedi, agricoltori a bocca asciutta nonostante gli investimenti, una pioggia di ricorsi e misure totalmente insufficienti a coprire i beneficiari”. A dichiararlo è la deputata del Movimento 5 Stelle all’Ars Elena Pagana a margine dell’audizione in commissione Commissione Attività produttive voluta insieme alla collega Angela Foti, cui era stato invitato l’assessore regionale all’agricoltura Bandiera. L’audizione era stata convocata per fare il punto sulle questioni relative al biologico, sulle misure a superficie, sul piano zootecnico e sulla prossima riprogrammazione PSR.

“Ad esempio – spiega la deputata – per la misura 10.1 B del PSR ci sono domande accolte in graduatoria per oltre 164 milioni per il quinquennio, a fronte di una disponibilità di soli 25 milioni di euro, secondo i dati aggiornati a marzo. Il nuovo PSR è servito addirittura a pagare la passata programmazione. Gli agricoltori sono le vere vittime di una politica e di una burocrazia folle e irresponsabile”.

“La Regione Siciliana – spiega Angela Foti – per dare copertura al fabbisogno di 300 milioni di euro, a tanto ammontano le richieste incamerate e per cui gli agricoltori hanno assunto e mantenuto degli impegni, dovrebbe prevedere somme per quattro o cinque volte superiori rispetto a quelle messe in campo a quelle previste. C’è la necessità che il Comitato di Sorveglianza e l’autorità di gestione si attivino per interfacciarsi con il Ministero e la Commissione Europea per chiedere delle sostanziose variazioni e una riprogrammazione che potrebbe avvenire in autunno che in ogni caso deve essere autorizzata. Diversamente si rischia un disimpegno delle somme con la Regione che dovrebbe poter dare copertura attraverso il bilancio Regionale”.

La Foti di dice “molto preoccupata”  a causa dello strumento di pianificazione che, come hanno evidenziato Tar e CGA, mostra chiaramente i segni di una pesante incapacità da parte dell’Amministrazione di dare risposte concrete a chi produce reddito. “Sono testimone di una programmazione a cavallo tra i due governi regionali, Crocetta e Musumeci – continua – e mi sento di affermare che i bandi sono stati utilizzati come strumento di propaganda politica e non come efficace leva per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile per il nostro territorio. A fronte del grande sforzo dei nostri imprenditori, non ritrovo la stessa serietà da parte di chi decide nella stanza dei bottoni, nello scrivere i bandi. Grandi criticità ampiamente previste, emergono anche dalla misura 4.1, che era una tra le più attese e che era stata sbandierata dall’allora assessore Cracolici come uno tra i fiori all’occhiello della programmazione targata Regione Siciliana. Questa misura si è rivelata in realtà un disastro. Ancora oggi, la politica e la burocrazia regionale hanno il grande demerito di non ascoltare le numerose segnalazioni di incongruenze ed errori in fase di scrittura dei bandi, segnalazioni che arrivano dagli stakeholders e dal mondo delle imprese che siedono nel comitato di sorveglianza. Il risultato è che oggi, a metà 2019, le imprese stanno ancora aspettando”.

“Avrei voluto chiedere all’assessore Bandiera – aggiunge Elena Pagana – quale fosse la visione di agricoltura da parte della Regione Siciliana anche per la prossima programmazione. Il 25 giugno si riunirà il comitato di sorveglianza e noi – conclude – abbiamo già richiesto che l’assessore per l’agricoltura venga a riferire subito in Commissione Ars su quanto è emerso”.

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