Tutto è nato da una richiesta di aiuto telefonica che una anziana ospite della casa di cura ‘I nonnini di Enza’ ha fatto a un laboratorio di analisi palermitano. La donna chiedeva di essere portata via dalla struttura in cui alloggiava.

Al centralinista diceva, piangendo, di essere trattata “peggio di un cane”, di essere stata legata. Nel corso della chiamata l’uomo ha potuto sentire chiaramente i rimproveri che il personale rivolgeva alla donna. Una conversazione drammatica durante la quale l’anziana accusava il titolare della casa di riposo di non farla parlare col figlio e di costringerla a mangiare da sola.

Il centralinista è riuscito a farsi dare le generalità della donna e ha denunciato il caso.

I  finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno piazzato le telecamere e le microspie nella struttura. Quello che viene registrato è orribile. Offese e soprusi: “Ti sdivaco nel gabinetto, ti porto al canile, ti butto nella munnizza, vai a buttare il sangue cosa inutile, schifo di femmina”.

Le cimici degli inquirenti hanno ripreso anche aggressioni fisiche: schiaffi, pugni, frasi ingiuriose come “ti porto al canile” e minacce. Scene raccapriccianti registrate dalla Finanza.

La donna che ha chiesto aiuto per telefono ha 70 anni e viene sentita dagli investigatori. Capisce che il peggio è passato e racconta: “Per me è stata un’esperienza terrificante mi chiamavano puttana”.

“Non mi va di parlare, stai zitta, ti do le pillole per dormire, mi stai scassando la m..”: insulti e minacce che una dei dipendenti della casa di riposo “I nonnini di Enza”, arrestati oggi, rivolgevano agli ospiti della struttura.

Nessun positivo al covid19 tra gli ospiti e il personale della casa per anziani “I nonnini di Enza” dopo i tamponi, effettuati dal personale della direzione della centrale operativa del 118 con la Gdf. La struttura, hanno scoperto gli inquirenti, era una specie di lager dove gli ospiti venivano picchiati, maltrattati e dileggiati.

“Ancora un volta assistiamo attoniti a comportamenti di inaccettabile violenza nei confronti di persone fragili che dovrebbero, invece, solo essere accudite con il massimo della professionalità e del rispetto”. Così il presidente della sezione Strutture Socio Sanitarie di Sicindustria, Francesco Ruggeri, commenta l’indagine della Guardia di finanza di Palermo che ha portato al sequestro di una casa di riposo lager e all’arresto di quattro persone.

“Episodi come questo – aggiunge Ruggeri – gettano ombre su tutto un comparto fatto da professionisti seri che, quotidianamente, lavorano con scrupolo e dedizione. È per questo che, oltre a ringraziare forze dell’ordine e procura per il lavoro fondamentale che svolgono, riteniamo non più rinviabile un provvedimento normativo che renda obbligatoria l’installazione delle telecamere in tutti gli spazi comuni delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e comunità-alloggio così da monitorare costantemente la situazione e prevenire qualsiasi gesto criminale da condannare senza la benché minima esitazione”.