“Sarà il Complesso infettivologico più attrezzato e importante della Sicilia e avrà sede a Palermo, ma servirà anche le altre province dell’Isola. Dalla pandemia dobbiamo saper trarre ogni utile lezione”, lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci nel dare l’annuncio della nuova struttura che sarà realizzata nell’ex Centro traumatologico ortopedico, situato di fronte allo stadio “Renzo Barbera” in viale del Fante.

Progetto in fase finale

Il progetto di trasformazione – rientrante nel Piano per il potenziamento della Rete ospedaliera dell’Isola voluto dal governo regionale – è ormai nella fase finale. Il commissario tecnico per l’emergenza Covid Tuccio D’Urso, dopo un confronto con il governatore, ha appena emanato gli ultimi “Ordini di attivazione” per ottenere nel giro di trenta giorni la progettazione esecutiva di tutti gli interventi previsti. A regime saranno disponibili: 52 posti letto ordinari, 16 di terapia sub intensiva e 22 di rianimazione.

Il potenziamento della Rete ospedaliera

Intanto sono ventisette i Centri attualmente autorizzati dalla Regione in Sicilia per il trattamento – con anticorpi monoclonali – dei pazienti affetti da Covid19. L’assessorato della Salute ha specificato, così come già definito dall’Aifa, le procedure per la somministrazione dei medicinali.

Chi può accedere alle cure con le monoclonali

La selezione dei pazienti è affidata ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, ai medici delle Usca e, più in generale, ai medici che abbiano l’opportunità di entrare in contatto con soggetti affetti da infezione da Sars-Cov-2 di recente insorgenza e con sintomi lievi-moderati. In particolare, i medici, sulla base dei criteri individuati dall’Aifa, identificano chi può essere sottoposto al trattamento e contattano il Centro più vicino per concordare data e modalità di somministrazione degli anticorpi monoclonali.

Dove si praticano le cure con le monoclonali

I Centri – il cui elenco è in costante aggiornamento – sono dislocati negli ospedali delle nove province: tre ad Agrigento (“San Giovanni Di Dio”, “Giovanni Paolo II” a Sciacca e “Fratelli Parlapiano” a Ribera) e a Caltanissetta (“Sant’Elia” e due al “Vittorio Emanuele” a Gela); otto a Catania (tre al “Cannizzaro”, due al “Garibaldi” e uno ciascuno al Policlinico “San Marco”, al “Santa Marta e Santa Venera” ad Acireale e al “Maria Santissima addolorata” a Biancavilla); uno a Enna (“Umberto I”), due a Messina (entrambi al Policlinico “Martino”), sette a Palermo (due a “Villa Sofia-Cervello” e al Policlinico, uno ciascuno al “Civico-Di Cristina Benfratelli”, al “Cimino” a Termini Imerese e a Partinico); uno ciascuno a Ragusa (“Civile Ompa”), Siracusa (“Umberto I”) e Trapani (“Paolo Borsellino”).

La regione avvia anche nuovi interventi di edilizia sanitaria in Sicilia

Sono ormai una quarantina i cantieri di edilizia sanitaria aperti in Sicilia dal governo Musumeci, negli ultimi mesi, per il Piano di potenziamento della rete ospedaliera. Il  direttore della Struttura commissariale per l’emergenza Covid19, Tuccio D’Urso, ha stipulato altri tre nuovi contratti relativi ad altrettanti interventi nella Sicilia occidentale.

Polo infettivologo al “Paolo Borsellino”

A Marsala, si avvia la realizzazione del nuovo complesso infettivologico presso l’ospedale “Paolo Borsellino”. Si tratta di un’opera molto attesa dalla comunità, avviata in appena cinque mesi dalla sua programmazione. In questo primo stralcio di lavori si realizzano l’intero Pronto soccorso e sei posti di terapia sub intensiva (Obi). Nei due stralci successivi saranno realizzati un Piano di terapie intensive e sub-intensive e uno di degenze ordinarie. Il complesso sarà unito al “Borsellino” attraverso un tunnel sotterraneo per consentire il passaggio dei pazienti al coperto.

A Palermo  11 posti di terapia sub intensiva pediatrica

Un secondo intervento prende il via a Palermo. All’interno dell’Ospedale dei bambini è prevista la ristrutturazione del reparto infettivologico per realizzare 11 posti di terapia sub intensiva pediatrica. Terzo cantiere prossimo all’avvio è quello di Agrigento, all’interno del Pronto soccorso dell’Ospedale “San Giovanni di Dio”. In questo caso verranno separati in maniera definitiva i percorsi dei soggetti portatori d’infezioni (e comunque di patologie infettive) da tutti gli altri fruitori della struttura.