«Congratulazioni a Renato Schifani per la chiara vittoria, gli auguro buon lavoro». Così Caterina Chinnici, candidata alla presidenza della Regione siciliana per il centrosinistra, commenta i primi dati sull’esito del voto per le elezioni regionali 2022 in Sicilia.

Le dichiarazioni della Chinnici

«Come ho già detto durante la campagna elettorale a chi mi chiedeva commenti sugli altri candidati – aggiunge – il voto è esercizio democratico di partecipazione e responsabilità, oltre che di sovranità popolare, verso il quale porto sacro rispetto. Io ho proposto il mio impegno di valore civico per le persone e la collettività, e ho proposto me stessa per come sono, senza maschere o sovrastrutture, con un programma che avrebbe dato alla Sicilia volto moderno, profilo istituzionale e autorevolezza. Gli elettori, valutando liberamente, hanno scelto un’altra guida con un programma diverso, questo va riconosciuto e accettato. Alla Sicilia, che amo e non smetterò mai di amare, auguro comunque ogni bene, sempre.

Dopo le primarie ho mantenuto la mia disponibilità non voltando le spalle agli elettori ed è stata una scelta di coscienza che confermo, ma sicuramente, leggendo oggi i numeri, non può che confermarsi anche il grande dispiacere per l’impatto che il venir meno del campo largo ha avuto su queste elezioni regionali, fino a quel momento una partita aperta e da quel momento in poi, invece, una salita molto ripida: io questa sfida l’ho affrontata con coraggio e determinazione, pur sapendo che sarebbe stata molto più difficile».

“Formulo il mio in bocca al lupo al presidente Schifani, che ho chiamato per congratularmi. Lo attende un lavoro arduo. Spero che non sia in continuità con Musumeci, che non faccia l’uomo solo al comando ma avvii un sano confronto con il Parlamento siciliano.

La reazione del Pd

Rivolgo anche un ringraziamento sentito e caloroso alla nostra candidata alla presidenza, Caterina Chinnici: ha accettato una sfida ardua, ha vinto le primarie e si è messa in gioco senza risparmiarsi, anche quando la competizione si è oggettivamente complicata nel momento in cui la coalizione si è disgregata in seguito alla scelta scellerata del M5S di lasciare un percorso avviato da tempo”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, commentando i primi risultati delle elezioni regionali.

Le parole di Barbagallo

“Il risultato, non c’è dubbio, non è a noi favorevole. Sappiamo le traversie che – aggiunge Barbagallo – abbiamo dovuto affrontare. Prima le primarie di coalizione, poi il M5S che decide di sciogliere l’alleanza e quasi contestualmente con le Politiche già indette le elezioni regionali anticipate dopo la scelta di convenienza personale da parte di Musumeci.

Sono fatti oggettivi. Detto questo: il PD ha condotto una campagna elettorale pancia a terra, senza risparmiarsi ma non è stato sufficiente, abbiamo avuto poco tempo per esporre il nostro programma per convincere gli indecisi, la parte preponderante anche di questa tornata elettorale, ad andare a votare.

Mi assumo la responsabilità di questo risultato così come tutte le decisioni precedenti. Tutte, lo voglio ricordare, approvate all’unanimità dagli organismi del Partito e condivise con la segreteria nazionale. Abbiamo fatto il possibile con il tempo e i mezzi a disposizione. Anche se, probabilmente qualcuno s’è impegnato molto di più sul dopo e – conclude – molto meno sull’obiettivo principale, che era vincere le elezioni”.

La disfatta del Pd

Giorgia Meloni, a casa, mette in ordine i pensieri sul futuro governo, lasciando ai suoi dirigenti l’onere e l’onore di incontrare la stampa nell’albergo quartier generale, dove stanotte ha annunciato la vittoria. Enrico Letta, suo principale competitor, nelle stesse ore avvia la stagione congressuale del Pd dove non si presenterà candidato, chiudendo così la segreteria iniziata nel marzo 2021 non senza accusare, più e più volte in conferenza stampa, il leader del M5s Giuseppe Conte «responsabile della caduta del governo Draghi che oggi porta la Meloni a Palazzo Chigi».

Letta: “Non mi ricandido”

“Altri gestiranno” dice mestamente Letta, chiamando però il centrosinistra a non abbandonare l’idea del campo largo, a non andare «in ordine sparso» all’opposizione del nuovo governo di centrodestra. Finisce l’era Letta, che accompagnerà il Pd al
congresso in cui si dovrà tagliare il nodo gordiano dell’alleanza con Conte, che riceve l’endorsement di Beppe Grillo. Intanto Luigi Di Maio esce di scena, ammettendo la sonora sconfitta che lo lascia fuori dal Parlamento.

 

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