Salme trattate come merce o peggio come immondizia al solo scopo di garantire che un cimitero ormai saturo potesse continuare ad accogliere illegittimamente sepolture e poterne incassare i fruttid ella compravendita dei loculi svuotati illecitamente.

E’ quanto accadeva nel cimitero dei Benedettini di San Martino delle Scale dove una vera e propria banda di criminali aveva poreso il controllo del camposanto sottraendolo di fatto ai bendettini, almeno secondo i risultati delle indagini dei carabinieri che hanno tratto in arresto Giovanni Messina settantenne palermitano, i due omonimi Salvatore Messina di 38 e 24 anni, Antonio Campanella di 37 anni mentre l’obbligo di firma è scattato per Erminia Morbili Monrealese di 74 anni.

Sono tutti gravemente indiziati di avere fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerosi delitti tra cui quelli di truffa, falsità in atti pubblici commesse da privati, falsità in certificazioni, violazione di sepolcro, vilipendio delle tombe, vilipendio di cadavere, occultamento di cadavere, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere.

Le indagini, svolte dai Carabinieri di Monreale sotto la direzione ed il coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo, hanno permesso di ricostruire l’intero meccanismo posto alla base della gestione illegale ed illecita del cimitero di San Martino delle Scale, di proprietà della locale Abbazia Benedettina, finalizzato ad ottenere ingenti profitti dalla compravendita di sepolture.

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Le attività investigative sono partite dalla raccolta di alcune denunce relativamente a un’apparente “mala gestio” del cimitero, ma i successivi accertamenti hanno consentito di far luce su di una organizzazione criminale che, nel corso degli ultimi anni, si era  di fatto sostituita ai benedettini, in maniera del tutto abusiva, nella gestione del cimitero, iniziando un vero e proprio commercio di loculi e tombe.

Le modalità operative del sodalizio criminoso svelano, secondo l’accusa, l’esistenza di un fulcro sinergico che ha operato in modo costante e sistemico nella gestione illecita del Cimitero, in esecuzione di un preciso programma criminoso costituito dal mantenere il cimitero ormai saturo da anni, in condizione di perenne diponibilità onde ricevere sempre nuove immissioni di feretri al fine di percepire indebitamente il corrispettivo versato per le sepolture e i servizi funerari.