“Ho letto l’appello de L’ARCA affinché i candidati sindaci candidino al consiglio comunale cittadini di origine estera come ‘battaglia di civiltà’. Su questo vorrei dire qualcosa. Palermo, come tutta la Sicilia, non ha conosciuto, se non in maniera marginale, problemi di intolleranza razziale. Il mio non è un caso isolato: la Sicilia è piena di ‘Nuovi Siciliani’, pienamente integrati nella cultura millenaria dell’Isola. Noi non siamo “Stranieri in Sicilia”, ma ci sentiamo veramente siciliani. Anche il concetto di ‘accoglienza’ per certi versi è ‘superato’, perché adatto a chi è veramente altro”. Così l’avvocato Khadija Mistretta.
“La mia adesione a Siciliani Liberi e al programma di Ciro Lomonte è motivata dal mio spirito di appartenenza a questa terra, a cui voglio offrire tutte le risorse personali e professionali acquisite nel tempo, condividendo i valori e i principi di libertà, onestà e tolleranza su cui questo Movimento si fonda – prosegue -. Io sono stata selezionata per quello che ho da offrire alla città, non per dare un ‘tocco di colore’ alla lista. Comprendo le ragioni ideali che hanno spinto L’Arca a questo appello, ma devo dire che questo può prestarsi anche a strumentalizzazioni ideologiche. Noi riteniamo il problema dell’immigrazione un fenomeno complesso che va regolato, non abbandonato all’immigrazionismo indiscriminato, anarchico, un falso buonismo dietro il quale si nasconde una vera tratta di esseri umani, neoschiavistica, e un progetto di sradicamento di milioni di esseri umani”.