Presente solo Salvo Imperiale (Nuova DC). Lavori rinviati a mercoledì mattina

Secondo flop per il Consiglio Comunale serale, in aula non si presenta nessuno

Due su due: nuova seduta serale, nuovo flop del Consiglio Comunale. Sala delle Lapidi continua a rimanere impantanata, dopo che lunedì era mancato il numero legale. Nella seduta di prosecuzione indetta per questa sera infatti, l’aula consiliare si è presentata completamente vuota, con il solo esponente della Nuova DC Salvo Imperiale a presiedere i lavori. Risultato: nuova mancanza del numero legale e Consiglio Comunale rinviato a domani mattina.

Polemico il gruppo del M5S, assente nelle ultime due occasioni (così come gli altri gruppi di centrosinistra) in segno di protesta contro le convocazioni serali. “Non è la prima volta che la maggioranza non riesce a garantire i numeri per aprire le sedute. Il sindaco rifletta“. Dello stesso avviso l’esponente di Azione Fabrizio Ferrandelli che, a proposito delle due sedute a vuoto, sottolinea che “avevo avvisato il presidente Tantillo lunedì mattina stesso. La strada che avevano intrapreso non era praticabile e che non avremmo partecipato ai lavori, fino a quando non si sarebbe ripristinata l’intesa collettiva. E, come dimostrano le due sedute serali flop, noi siamo determinanti“.

Il Consiglio Comunale di sera, un’idea poco produttiva

“Consigli serali con questa vista”, scriveva lunedì sera sui suoi profili social la vicecapogruppo di Fratelli d’Italia Germana Canzoneri, immortalando con una foto la splendida cornice di piazza Pretoria in versione post-pomeridiana. Scatto realizzato qualche minuto prima del secondo appello a Sala delle Lapidi. Momento nel quale si era certificata la mancanza definitiva del numero legale, anche e soprattutto a causa delle assenze fra i meloniani (su 6 consiglieri, erano presenti soltanto in 2). Nemmeno il meraviglioso palcoscenico del centro storico di Palermo ha quindi convinto i colleghi di Palazzo delle Aquile a popolare gli scranni dell’aula, luogo in cui si sono  presentati solo in diciasette sui ventuno richiesti dal regolamento.

Leggi anche

Salta la seduta serale della discordia, la maggioranza non ha i numeri, assenze pesanti in Fratelli d’Italia

Si giunge così ad oggi in seduta di prosecuzione. Per aprire i lavori d’aula, sarebbero bastati sedici consiglieri presenti. E invece, complice anche la celebrazione della memoria del 23 maggio, a “popolare” gli scranni del Consiglio Comunale c’era solo Salvo Imperiale, esponente della Nuova DC, seduto mestamente sulla poltrona che solitamente è occupata dal presidente Giulio Tantillo. L’esponente democristiano, affiancato dal ragioniere generale Raimondo Liotta e dai componenti dell’ufficio di presidenza, ha dovuto presiedere da solo l’appello, per poi chiudere mestamente la seduta e rinviare tutto a domani alle ore 11. Un orario nel quale dovrebbero tornare in aula anche le opposizioni, assenti per protesta proprio perchè in disaccordo con le convocazioni serali del Consiglio Comunale. In tutto questo marasma, le delibere da approvare propedeutiche al bilancio attendono di essere trattate.

La protesta delle opposizioni

Scranni di Sala delle Lapidi nei quali mancavano, sia ieri che oggi,  i gruppi d’opposizione. Come annunciato in precedenza infatti, i consiglieri comunali del M5S, PD, Progetto Palermo, Oso, Azione e Gruppo Misto hanno dichiarato la volontà di non partecipare per protesta alle sedute serali. Una decisione che gli esponenti di Palazzo delle Aquile hanno così motivato. “Stamane abbiamo formalizzato con lettera al Presidente del consiglio comunale la nostra contrarietà alla convocazione dei lavori di consiglio comunale nelle fasce serali. Riteniamo che i lavori del consiglio debbano svolgersi in contemporanea agli orari di apertura degli uffici comunali così da poterli consultare in tempo reale qualora necessario e per evitare l’aggravio di costi per il personale e oneri accessori alla gestione, così come prescritto anche in sede di piano di riequilibrio. Riteniamo di non dover partecipare alle sedute di consiglio come forma di protesta, fino a quando lo stesso non verrà riconvocato in orari consoni“.

Leggi anche

“Fuori la mafia dallo Stato”, il controcorteo del 23 maggio contesta Lagalla e Cuffaro

 

 

 

 

Leggi l'articolo completo