Eolico e mazzette: è stato un incidente probatorio ad alta tensione con scambio di accuse quello svoltosi ieri mattina e che ha visto protagonisti Paolo Arata, imprenditore responsabile del programma della Lega sull’ambiente e Vito Nicastri, quest’ultimo considerato il ‘re’ dell’eolico nonché il dominus di un sistema corruttivo che si basava sull’intreccio tra tangenti e politica.

Nicastri, difeso dagli avvocato Sebastiano Dara e Mary Mollica ha confermato al gip Gugliemo Nicastro le tangenti. “Sei un bugiardo” ha gridato Paolo Arata al suo accusatore.

Il ‘re dell’eolico’ non ha fatto altro che confermare quanto già dichiarato nei tre interrogatori di garanzia che sono seguiti all’operazione della Dia di Trapani che ha visto coinvolti anche Francesco Arata, figlio di Paolo, Alberto Tinnirello, dirigente dell’assessorato regionale all’Energia, e Giacomo Causarano, funzionario dell’assessorato regionale al Territorio.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il duo Arata-Nicastri era potentissimo: insieme agivano sulla burocrazia regionale velocizzando le pratiche riguardanti l’eolico. Una ‘coppia’ collaudata e vincente con la quale collaborava anche Manlio Nicastri, figlio di Vito, accusato adesso di intestazione fittizia.

Vito Nicastri, in particolare, avrebbe versato tangenti per ottenere in tempi più veloci le autorizzazioni necessarie alla costruzione degli impianti di biometano di Calatafimi e Francofonte.

Le indagini continuano.

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