Posticipare il rientro in classe degli studenti siciliani almeno sino alla fine di gennaio, nella speranza che la curva del contagio da Covid19 inizi a scendere. E’ la richiesta dei genitori preoccupati per la salute dei propri figli.

Forse un ulteriore slittamento delle lezioni

Ad esprimere perplessità e dubbi, in rappresentanza di tantissimi genitori, è Cira Maniscalco, presidente del Co.sma.nn, il Comitato regionale malattie rare neurologiche e neurochirurgiche che fa parte di una rete composta da oltre 20 associazioni. Una incognita per tutti il ritorno dei ragazzi a scuola, a maggior ragione per quei genitori che si confrontano con patologie e fragilità. Qualche giorno fa Maniscalco aveva chiarito, insieme ad altri genitori, la propria posizione in occasione di una puntata di TalkSicilia, il programma di approfondimento di BlogSicilia. Oggi, la presidente del Co.sma.nn ritorna sulla questione, plaudendo all’iniziativa del governo regionale di lasciar chiusi i cancelli delle scuole almeno sino a domani. Ieri, intanto, l’assessore Lagalla ha parlato della possibilità di un ulteriore slittamento di due giorni delle lezioni, che potrebbero riprendere da lunedì prossimo ma è ancora tutto da vedere.

Prevedere la dad sino a fine mese

“Come genitori e associazioni chiediamo di aspettare ancora, di essere prudenti – dice Cira Maniscalco -. Il diritto allo studio è importante ma lo è ancor di più la salute dei nostri figli. Abbiamo fatto appelli e inviato richieste formali tramite pec al governatore Musumeci, agli assessori regionali Razza e Lagalla e al sindaco di Palermo Orlando in qualità di presidente dell’Anci Sicilia. La nostra richiesta di non tornare subito a scuola è stata accolta, adesso ci aspettiamo una vera presa di coscienza da parte delle istituzioni. Devono rendersi conto che al momento la situazione epidemiologica è grave. Per noi non ci sono i presupposti per rientrare in classe con serenità. In questo momento non abbiamo sicurezze né garanzie“.

La posizione del ministro Bianchi

Eppure, nonostante lo scenario di grande incertezza, il ministro all’Istruzione Bianchi è ottimista. Ha infatti dichiarato che è necessario tornare immediatamente a scuola e che la dad, in buona sostanza, danneggerebbe gli studenti. Certo, l’insegnamento frontale non può essere paragonato minimamente a quello che avviene davanti allo schermo di un pc, ma la situazione è di emergenza. Lo ribadisce Cira Maniscalco: “Come genitori difendiamo il diritto alla salute dei nostri figli, la priorità è contenere il virus. Non condivido le affermazioni del ministro, e bisogna considerare che le vaccinazioni in età pediatrica sono ancora poche. Abbiamo visto come anche i vaccinati possano contagiarsi e contagiare, bisogna dare impulso alla campagna vaccinale per i bambini e ragazzi in età scolastica e poi pensare a farli tornare in classe. La scuola deve essere un posto sicuro”.

Le istituzioni si interfaccino con il mondo scientifico

Prosegue Maniscalco: “Bisogna ancora aspettare. I nostri ragazzi a scuola non sarebbero al sicuro. Le istituzioni dovrebbero interfacciarsi maggiormente con il mondo medico e scientifico, occorre maggiore fiducia. Invece a volte sembra che tirino dritto. Ci troviamo in una situazione difficile, per certi versi apocalittica. Ci sono mamme, soprattutto quelle di bambini con patologie, che chiamano le associazioni piangendo. Hanno davvero paura del ritorno a scuola, temono che i figli possano contrarre il Covid19. Ovviamente noi supportiamo le famiglie ma di più non possiamo fare. Adesso la ‘palla’ passa a chi ci governa e decide, noi restiamo fermi sulla nostra posizione: far tornare i ragazzi a scuola adesso sarebbe sbagliato e prematuro, rischierebbero troppo”.

Occorrono buonsenso e maturità

Ovviamente maturità e buonsenso da parte dei genitori sono fattori imprescindibili per una corretta gestione dello scenario attuale. “Non avrebbe senso – conclude Maniscalco – proseguire con la dad e poi magari permettere che i ragazzi frequentino posti affollati o si assembrino. E’ il momento di fare qualche sacrificio, lo sappiamo bene. La cosa che ci sta più di tutte a cuore è la salute dei nostri figli. Qualcuno dirà che nelle altre regioni sono già tornati a scuola e in Sicilia non ancora e si chiederà il perché. E’ vero ma mi spiace dover sottolineare che il nostro sistema sanitario regionale è in questo momento messo a dura prova, non possiamo permettere che il contagio si diffonda ulteriormente tra bambini e ragazzi”.

“Non riaprite le scuole in Sicilia”, la petizione

Intanto è stata lanciata sulla piattaforma change.org una petizione dal titolo emblematico: “Non riaprite le scuole in Sicilia!!!”.
Come si legge nella pagina dedicata, “le associazioni chiedono di non riaprire le scuole, ma aspettare qualche settimana in più per valutare l’andamento della curva epidemica, soprattutto in quelle fascia di popolazione fra i 5 e gli 11 anni in cui la vaccinazione non è ancora decollata”.

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