Stato di agitazione proclamato dal movimento unito (Mud) del 118 Sicilia che raggruppa i soccorritori delle ambulanze, “per i disservizi nella gestione della pandemia. I soccorritori del Seus 118 gridano aiuto per le innumerevoli falle del sistema senza che nessuno ab

bia controllato l’applicazione delle disposizioni – si legge in una nota – Molti interventi del Seus 118 sono per stati febbrili che inevitabilmente intasano i pronto soccorso riducendo i posti covid”. Ultimamente – aggiunge la nota – l’utente chiama il medico che si limita a dare la terapia e a fare la segnalazione all’Usca; la centrale non invia l’Usca per il follow-up di risposta alla terapia, ma l’ambulanza del 118.

Andiamo in quartieri o palazzi che l’Asp identifica come focolai e noi non ne siamo a conoscenza, tutto questo è ai limiti della realtà, da 14 mesi nulla si è fatto e nulla si farà. Manca un reale filtro sanitario al Seus 118 in quanto molte chiamate potrebbero essere gestite dai medici di famiglia o addirittura dai servizi sociali. La medicina del territorio non funziona”. Gli operatori denunciano che “non esiste una reale collaborazione tra la centrale operativa del 118, le Usca i medicina generale e i pediatri di libera scelta”. Gli operatori lamentano che si fanno gli accordi economici solo per i medici e gli infermieri chiamandoli “ristori”, mentre per i soccorritori non c’è nulla.

“Siamo costretti – conclude il Mud del 118 – a restare bloccati con il paziente Covid nei pronto soccorso per ore per una assoluta mancanza di organizzazione. In più gli operatori non hanno le mascherine Ffp3, ma delle Ffp2 con scritta no medical”