Sono 1.838 i nuovi positivi al Covid19 registrati in Sicilia nelle ultime 24 ore, su 9.386 tamponi effettuati; 43 i decessi anche oggi, che portano il totale a 1141.

Con i nuovi casi salgono a 36.241 gli attuali positivi con un incremento di 1.485. Di questi 1.810 sono i ricoverati con un incemento solo di 29 rispetto a ieri: 1.568 in regime ordinario (29 in più) mentre 242 in terapia intensiva, senza incremento rispetto a ieri. In isolamento domiciliare sono 34.431. I guariti sono 310.

I nuovi positivi sono così distribuiti per province: Catania 625, Palermo 583,  Messina 145, Siracusa 126, Agrigento 107Trapani 71,  Caltanissetta 70 ,,Ragusa 56,  Enna 55.

Intantoi dati parlano di una epidemia che rischia di durare ancora a lungo. “C’è una stabilizzazione del numero dei casi positivi ma i decessi sono sempre tanti e questo non è un dato rassicurante. C’è poi un abbassamento dell’età delle persone che si ammalano. Oggi siamo con una media intorno ai 70 anni fra ricoverati ma è in calo e abbiamo diversi casi di persone più giovani” diceGianni Rezza il direttore della Prevenzione del ministero della Salute.

“La situazione è sostanzialmente stabile – ha detto Rezza – mi sembra che la tendenza sia quella ad un certo appiattimento delle curva dei casi cui corrisponde una stabilizzazione dei nuovi positivi. La Lombardia e la  Campania sono le regioni più popolose con un maggior numero dei casi. Il Piemonte è la seconda regione più colpita, seguono Veneto e Lazio”.

Fra le Regioni maggiormente colpite non c’è la Sicilia e contrariamente alla vulgata anche nell’isola la curva tende all’appiattimento. Dopo giorni di calo, però, torna a salire in tutto il Paese l’incidenza dei positivi rispetto al numero di tamponi effettuati nelle ultime 24 ore: è del 15,6% mentre il dato precedente era del 14,4%. I tamponi effettuati nell’ultimo giorno sono stati 238.077 circa 12mila in meno e con l’avvicinarsi del fine settimana ci sarà una nuova contrazione.

L’analisi di Rezza va oltre e spiega “Il dato saliente di questa settimana riguarda, però, l’aumento delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva. Anche se l’indice Rt è sceso a 1,2 , il che vuol dire che si sta registrando un primo effetto degli interventi che sono stati messi in atto, l’incidenza è ancora elevata e supera 730 casi per 100mila abitanti. Ciò indica che bisogna continuare a prendere delle precauzioni e naturalmente le norme in vigore devono restare ancora valide”.