L’ultimo grosso pezzo d’intonaco è crollato proprio in questi giorni. I resti dei calcinacci sono ancora adagiati nei grossi blocchi di cemento che incanalano il fiume Oreto fino alla foce.

Una grossa porzione di volta è finita per terra. Sarà successo proprio in questi giorni.

Non c’era traccia del crollo quando è stato ritrovato il corpo del giovane morto appena dieci giorni fa. Proprio in quella zona era stato trovato il cadavere. E qui per ore, per condurre le indagini, sono rimasti i carabinieri, i sommozzatori dei vigili del fuoco, il medico legale proprio in quel tratto di cemento dove è ben visibile un fiore per ricordare quella tragica morte.

Se ci fosse stato un crollo sarebbe stato segnalato. Ed invece proprio in questi ultimi giorni come segnalano alcuni palermitani almeno due metri quadrati di intonaco è venuto giù.

Un nuovo crollo che mostra tutta la necessità di mettere mano a una manutenzione urgente prima di assistere ad ulteriori e ben più gravi distacchi.

Del resto il ponte Oreto ha un ruolo fondamentale nella viabilità palermitana. Nonostante sia già abbastanza datato ricopre un ruolo importantissimo. Insieme al Ponte Corleone, anche lui malconcio, unisce la città all’autostrada.

Ricordiamo infatti che il ponte è stato realizzato negli anni trenta del novecento, in pieno ventennio fascista tanto che sui suoi piloni si trovano alcuni fasci littori.

Il distacco dell’intonaco mostra i grossi buchi sotto la volta e i tantissimi ferri arrugginiti esposti alle intemperie.

“Stavamo conducendo alcuni studi in zona – racconta chi ha lanciato l’allarme – Abbiamo notato i calcinacci sul cemento e abbiamo visto che un’altra parte della volta era caduta giù. Nei giorni scorsi eravamo stati sempre in quella zona del fiume e non c’era traccia del crollo. Questa mattina sotto la struttura abbiamo trovato il cumulo di materiale che evidentemente è caduto dalla volta. A guardarlo bene da sotto sembra come i tanti viadotti delle autostrada che in questi mesi sono stati mostrati in diversi servizi televisivi e che sono e sono stati oggetti di manutenzioni di Anas e della concessionaria delle autostrade. Forse è arrivata l’ora di rimetterlo a nuovo”.

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