All’indomani dell’inferno palermitano mentre la situazione migliora lentamente c’è una sola domanda che si pongono i siciliani: di chi è la colpa di tutto questo? (leggi il primo bilancio)

Scampata la grande paura un fatto appare oggettivo: non c’erano vigili del fuoco per fronteggiare l’emergenza. Quelli disponibili hanno fatto il possibile, polizia e carabinieri altrettanto. Ma dov’era la protezione civile in senso lato?

Le chiamate d’emergenza restavano senza risposta (GUARDA IL VIDEO) e anche quando ottenevano risposta non arrivava nessuno. A questo dovrà rispondere oggi il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza pubblica che sarà presieduto in prefettura dal Ministro Alfano

Intanto sono trentasei i fronti del fuoco ancora attivi. Fra questi Cefalu’, Terrasini, Monreale, San Martino dello Scale e Montepellegrino, nel capoluogo; ma anche nei Nebrodi, nell’Agrigentino e nel Ragusano. In azione squadre dei vigili del fuoco e canadair che hanno dato una grossa mano a partire dal tardo pomeriggio di ieri, quando lo
Scirocco ha smesso di soffiare consentendone il decollo.

Cinquecento, si calcola, i roghi che hanno imperversato tra le province di Palermo, Messina, Trapani e Agrigento. Alla base di tutto ci sono le azioni dei piromani aiutati dal vento di scirocco che ha propagato e alimentato il fuoco e dalla disorganizzazione dell’uomo. Molti incendi, se spenti subito, sarebbero rimasti poco cosa. Sono diventati enormi perché nessuno li spegneva.

Le Procure di Palermo e Termini Imerese acquisiscono informative e rapporti per l’apertura delle inchieste. Un centinaio gli sfollati.

Continuano i disagi nella circolazione. Questa mattina sono ripristinati i collegamenti Palermo-Termini Imerese e Messina- Sant’Agata. Inoltre, i servizi Palermo-Catania e Palermo-Agrigento saranno assicurati con l’effettuazione di tutte le corse programmata da orario, senza limitazioni.

Riaperte le autostrade e le strade statali chiuse a cause degli incendi e, in seguito anche degli incidenti

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