Addio alle tre fasce della dirigenza regionale e, in sede di prima applicazione, creazione di un’unica fascia che consenta un percorso di omogeneizzazione al resto della dirigenza nel Paese. Con la creazione di una unica fascia si favorirebbero anche processi di mobilità volontaria verso l’esterno oggi resi sostanzialmente impossibili.  Conferimento incarichi di dirigente generale attraverso atto di interpello fra tutti i dirigenti e non più per nomina esclusivamente politica come avvenuto sino ad oggi.

Sono le principali richieste dei sindacati dei regionali. Una piattaforma dalla quale possono muovere i primi passi le riforme della macchina amministrativa e burocratica sulle quali, in larga parte, sembra esserci unità di intenti fra Governo e parti sociali.

E’ partito da qui il primo incontro ufficiale fra i sindacati dei regionali e l’assessore alla Funzione Pubblica e alle Autonomia Locali Bernadette Grasso.

All’incontro con i sindacati Cobas/Codir, Cgil, Cisl, Uil, Sadirs, Ugl, Dirsi e Siad l’assessore si è presentata con il capo di gabinetto Rosalia Pipia, il segretario particolare Roberto Palma e la dirigente generale del Dipartimento della Funzione Pubblica Luciana Giammanco. A incontro iniziato è giunto anche l’assessore all’Economia Gaetano Armao al quale spetta l’arduo compito di individuare le risorse per il rinnovo.

Un confronto iniziato dall’idea di riforma della macchina burocratica messa in campo dall’assessore Grasso e anticipata, nei giorni scorsi, a BlogSicilia. Una visione che in molti punti si incrocia con le richieste del sindacato contenuta in diciassette cartelle nelle quali non si parla sono di rinnovo economico del contratto: tutt’altro.

Per il personale del comparto si è parlato, invece, di maggiore apertura alla riclassificazione del personale attraverso un nuovo sistema  (con una norma contrattuale in sede di prima applicazione) con la garanzia di percorsi di carriera che agiscano sull’aspetto motivazionale del personale regionale. I sindacati hanno poi chiesto di inserire salvaguardia per patologie gravi, in caso di visite specialistiche o esami diagnostici, pur non riconosciute nel comma 8 dell’art. 50 del vigente C.C.R.L e adeguamento alla legge 104 nazionale.

Ma il grande tema resta quello delle carenze di organico di alcuni dipartimenti rispetto alle quali Cobas Codir proprone la ‘socializzazione delle risorse umane attraverso apposite convenzioni fra Dipartimenti che – nell’ambito della dematerializzazione dei procedimenti amministrativi e del telelavoro – consenta di velocizzare tutta l’attività amministrativa. In questo senso viene dai sindacati considerata illegittima la ‘mobilità selvaggia come accaduto all’inizio dell’era Crocetta.

In tema organizzativo per l’assessore Grasso ci sono convergenze su molti punti. Oggi parte un lavoro che attraverso il tavolo tecnico porterà alle direttive per l’Aran. L’assessore ha ricordato le sue iniziative da deputato della precedente legislatura, durante il governo Crocetta, contro quella che è stata definita la mobilità selvaggia

La materia sulla quale governo e sindacati rischiano di dover discutere più a lungo è quella del rinnovo economico del contratto sia per i dirigenti che per il comparto. Per i sindacati, infatti, si tratta di garantire un adeguato incremento retributivo tenendo conto del fatto che i dipendenti regionali sono indietro di un biennio rispetto agli statali anche per risolvere il contenzioso con i dipendenti sul mancato rinnovo contrattuale dall’anno 2005 come sancito dalla Corte Costituzionale che ha sancito l’incostituzionalità dei mancati rinnovi contrattuali a partire da luglio 2015 e questa forse sarà la cosa più difficile a fronte dell’esiguità delle risorse.

Sempre in tema economico è stata avanzata la richiesta di revisione del Famp (salario accessorio dei regionali) prevedendo l’istituzione dell’indennità di funzione da erogare mensilmente legata anche al merito; poi equiparazione dei dipendenti in regime di tfr a quelli in regime di tfs ai fini dell’erogazione dell’anticipazione come previsto dalla legge nazionale e copertura assicurativa per i dipendenti.

Ma in atto ci sono disponibili solo 10 milioni di euro per i prossimi tre anni. Una cifra non  adeguata a garantire un rinnovo contrattuale così come richiesto. Ma il governo si è impegnato a cercare altre risorse anche in deroga ai patti ed accordi firmati dal governo precedente visto che le norme portate avanti nella scorsa legislatura hanno comunque violato la Costituzione e possono essere parzialmente disattese.

“Il governo precedente ha lasciato un buco di 480 milioni sul bilancio – ha comunicato Armao ai sindacati – e partendo da qui si riaprirà il negoziato con Roma. Il Presidente del Consiglio e il sottosegretario Bressa hanno già dato disponibilità alla discussione. Nell’ambito di questa di questa rinegoziazione lo Stato deve autorizzare il superamento del limite alla spesa per il rinnovo dei contratti. A fare questa proposta in ambito di rinegoziazione. Anche Emilia, Lombardia e Veneto. Si sta lavorando su nuovi accordi con Roma” dunque qualsiasi ulteriore passaggio in questo senso deve avvenire dopo la trattativa romana.

Il prossimo passo, adesso, sarà inevitabilmente l’insediamento di un tavolo tecnico per affrontare tutte le questioni e per definire le direttive che il governo darà all’Aran, l’agenzia negoziale della Regione siciliana che dovrà poi occuparsi del rinnovo contrattuale sia economico che giuridico

“Oggi abbiamo aperto un ragionamento con un percorso chiaro – ha detto l’assessore Grasso tirando le somme dell’incontro – dobbiamo continuare questo lavoro per affrontare e risolvere contrattualmente tutte le questioni poste sul tavolo. Quello di oggi – ha concluso – è solo l’inizio di un percorso. Il passaggio successivo sarà quellod el tavolo tecnico con dati precisi e la formalizzazione della proposta governativa”.

“Apprezziamo l’apertura degli assessori alla Funzione pubblica ed Economia di reperire le somme necessarie per il rinnovo contrattuale economico e giuridico – commentano Dario Matranga e Marcello Minio del Cobas/Codir -non accettiamo tuttavia che tale reperimento delle somme possa in qualche modo essere condizionato da accordi Stato- Regione che ledono lo Statuto regionale e i diritti dei lavoratori”.