Prende il via in Sicilia la pre-apertura della caccia: nei soli giorni 1, 4 e 5 settembre è stata autorizzata un’anticipazione eccezionale della stagione venatoria, che si aprirà il prossimo 15 settembre.

In questi tre giorni sarà possibile esclusivamente la “caccia da appostamento” (il cacciatore non potrà vagare nelle campagne ma dovrà costruire un capanno, appostarvisi e attendere il passaggio della selvaggina da abbattere) e saranno cacciabili solo tre specie di uccelli: colombaccio, gazza e ghiandaia.

Ma attenzione: la caccia negli altri giorni, ad altre specie e con modalità diverse costituisce bracconaggio ed è punita con le sanzioni penali previste dalla Legge sulla tutela della fauna n. 157/1992.

Il Calendario Venatorio 2019/2020 emanato dall’Assessore regionale all’agricoltura, Edgardo Bandiera, per la prima volta ha tenuto in considerazione diverse disposizioni delle Direttive Comunitarie in materia ambientale ed i principi scientifici per la conservazione della fauna, accogliendo in molte parti il parere obbligatorio di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale): si tratta di un autorevole organo scientifico che si occupa della valutazione tecnica, in termini di modalità e tempi, del prelievo venatorio, che aveva chiesto alla Regione di adottare norme più rigorose per limitare l’attività venatoria e per ridurre i periodi di caccia almeno alle specie – come beccaccia, tortora, quaglia ed altre – che rientrano nelle categorie SPEC (Species of European Conservation Concern), ossia specie le cui popolazioni in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole ed in preoccupante declino.

Ennio Bonfanti, responsabile “fauna” del WWF Sicilia, giudica “molto positiva la scelta dell’Assessore Bandiera di emanare un Calendario più equilibrato rispetto a quello dell’anno scorso (che fu sospeso per vizi di legittimità dal TAR di Palermo proprio su ricorso di Legambiente, LIPU e WWF), rispettoso dei pareri scientifici statali e – finalmente – più attento a garantire il primario interesse pubblico della tutela della fauna invece di ricercare il consenso della lobby dei cacciatori”.

Ma la reazione dei cacciatori siciliani più agguerriti a queste giuste limitazioni non si è fatta attendere: su Facebook – nei forum e nelle pagine sulla caccia – è esplosa la rabbia dei seguaci di Diana, con una pioggia di insulti e gravi attacchi all’assessore Bandiera. “Pezzo di merda”, “bastardo”, “cornuto” “…devi crepare”, “ignorante” “vai a fare in culo”, “buffone incompetente”, “non capisci un cazzo vattene dimettiti” sono solo alcuni degli insulti diffusi sul social network da alcuni cacciatori.

Secondo i dati del WWF, i cacciatori siciliani sono continuamente in calo ma sempre “politicamente influenti”. “Come nel resto del Paese, anche in Sicilia il numero dei cacciatori attivi è in picchiata – conclude Bonfanti -: confrontando i dati Istat del 2007 con i dati regionali del 2015, si evince un calo di circa il 30,5% delle doppiette isolane.

Se nel 2006 erano 49.588 (ossia 34 ogni mille ettari di territorio cacciabile), oggi (dati 2018) nell’Isola sono 29.169. Ma, pur rappresentando lo 0,5% della popolazione siciliana, continuano – inspiegabilmente – ad esercitare una certa influenza sull’apparato politico-amministrativo della Regione Siciliana, come dimostrano talune proposte di legge di liberalizzazione selvaggia della caccia in esame all’Assemblea regionale siciliana”.

Il WWF evidenzia il danno inflitto alla fauna rappresentato dall’impatto di decine di migliaia di cacciatori che sono liberi di vagare e appostarsi anche nelle proprietà altrui e quindi su un territorio vastissimo, per cinque mesi ed oltre, dall’alba al tramonto (bracconaggio notturno a parte), per cinque giorni alla settimana e con una probabilità bassissima di essere controllati, vista la disparità delle forze in campo e le innegabili difficoltà logistiche legate al controllo del territorio.

Per questo il WWF fa appello a tutti i corpi di polizia e vigilanza affinché siano attuate specifiche attività di controllo nell’arco della prossima stagione venatoria e chiede che la Regione Siciliana si attivi per dare immediata applicazione alle misure previste dal “Piano d’azione nazionale per il contrasto agli illeciti contro gli uccelli”, che individua la Sicilia come una delle aree italiane prioritarie nella lotta al bracconaggio, ove la carenza di controlli nell’ambito venatorio rischia di determinare la distruzione del patrimonio della fauna migratrice comunitaria che transita nel Mediterraneo.

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