Succeda quel che succeda oggi l’Assemblea regionale siciliana avrà un nuovo presidente e, a seguire, probabilmente anche un ufficio di presidenza. Dopo le due fumate nere di ieri, infatti, quando Gianfranco Miccichè non è stato eletto presidente per un solo voto a secondo scrutinio, oggi il quorum si abbassa ulteriormente.

Miccichè potrebbe essere eletto già a terza votazione (la prima di oggi). Iieri a primo giro sarebbero serviti 47 voti ed era scontato che non sarebbe stata quella la votazione utile. A secondo turno ne bestavano 36 ovvero la maggioranza del Parlamento e nonostante anche quella fosse indicata come una elezione improbabile, Miccichè ha sfiorato l’elezione.

Oggi basterà ottenere la maggioranza dei votanti e stavolta l’elezione è possibile. Le cose, però, andranno diversamente rispetto a ieri quando il Pd ha scelto di non votare. Se anche oggi il Pd non votasse farebbe un grande favore a Miccihè. Su 57 o 58 votanti come ieri basterebbero 29 o 30 voti. Ma il Pd non farà questo errore.

Se rientrerà il deputato Pippo Gennuso assente ieri per grave lutto, dunque, a Miccichè basterà replicare i voti del secondo turno di ieri più Gennuso per essere eletto. E se Gennuso non rientrasse i voti di ieri basterebbero ugualmente;  35 bastano se i votanti sono 69.

Ma l’aspirante presidente dell’Ars deve assicurarsi che i franchi tiratori della sua maggioranza restino gli stessi due di ieri (uno ha votato Tancredi l’altro la prima volta ha votato Savona e la seconda volta Mancuso) e non crescano. In realtà potrebbe trattarsi di un solo franco tiratore visto che uno dei due dovrebbe essere Tony Rizzotto della Lega che ha annunciato voto libero per non essere stata tenuta in considerazione nella formazione della giunta.

A compensare ci hanno pensato i deputati di Sicilia Futura a secondo turno, Nicola D’Agostino ed Edy Tamajo. Ed anche in questo caso Miccichè deve assicurarsi anche oggi il loro voto.

Ma se non andasse tutto a buon fine alla quarta e ultima votazione si tratterà di un ballottaggio. I deputati dovranno scegliere fra i due pàù votati quindi fra Miccichè ed il secondo più votato. Un bel rischio arrivare a questo punto.

Per seminare zizzanina dentro un centrodestra non proprio coeso ieri sera Cancelleri si è detto disponibile a votare un candidato di centrodestra ma diverso da Miccichè. Un tentativo del gruppo pentastellato di fomentare le liti interne. Gli ha risposto a distanza Francesco Scoma per il quale “Adesso i grillini si improvvisano “maghi”  per aver previsto la mancata elezione di Micciche’ nella votazione di oggi omettendo di ammettere che è avvenuta per l’assenza di un deputato della maggioranza, ma oramai è chiaro a tutti che l’ex candidato alla presidenza della Regione, sonoramente sconfitto, non ha ancora smaltito la rabbia del tonfo che lo fa andare su di giri, (tanto da aver chiesto presidenza e vicepresidenza dell’Ars perche’ “ci spetta”), e si avventa sugli avversari politici quasi avesse la bava alla bocca. Stia sereno e tranquillo e cerchi di rendersi utile e propositivo come gli altri deputati che hanno a cuore le sorti della  Sicilia. E’ poi singolare che Cancelleri dia etichette agli altri visto che, (per paura ?)  hanno obbligato i loro deputati a votarsi per controllare il voto del gruppo M5S”.

A sinistra, invece, la polemica fra Pd che non vota e Sicilia Futura che arriva in soccorso di Miccichè appare quasi scontata visto che avevano previsto tutti uno spostamento a destra dei due uomini di Cardinale non appena fosse stato chiaro il vento che tira.

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