La polizia di Stato ha sgominato una banda di romeni specializzata in ingenti furti in ville e appartamenti messi a segno su scala nazionale. Gli arrestati dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione.

Complessivamente gli arresti della squadra mobile diretta da Rodolfo Ruperti sono stati 12, tutti romeni tranne uno italiano.

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Oltre agli arresti, i poliziotti della Squadra Mobile palermitana, stanno effettuando decine di perquisizioni domiciliari anche nei confronti di altri indagati e di alcuni ricettatori.

Gli obiettivi della banda erano costituiti, principalmente, da ville isolate ma, in molti casi, venivano presi di mira appartamenti indicati da donne romene impiegate come badanti o colf in quelle stesse abitazioni. In diversi casi, le stesse badanti hanno preso parte all’esecuzione dei furti.

Nucleo della banda era costituito da un gruppo di romeni residenti nei quartieri di Ballarò e Borgo Vecchio. Il valore della refurtiva sottratta nel corso dei furti perpetrati negli ultimi mesi è di svariate centinaia di migliaia di euro.

Era tale la spregiudicatezza della banda da non farsi alcuno scrupolo nel colpire anche abitazioni di disabili, in alcuni casi costretti a letto, assistiti ovviamente da badanti connazionali, chiaramente complici dei malviventi.

Il ruolo di vertice in seno all’organizzazione era ricoperto da Costantin Stancu e Costantin Ilioae, affiancati da un nutrito gruppo di connazionali, residenti, in gran parte, tra i quartieri “Borgo Vecchio” e “Ballarò”.

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Subito dopo la commissione dei furti, i capi dell’organizzazione  “piazzavano” immediatamente la refurtiva a diversi ricettatori.

Emblematici della spregiudicatezza della banda, due tra i tanti furti commessi: uno perpetrato nell’abitazione di un disabile assistito da una badante rumena e compiuto dal compagno della badante, a cui la donna aveva dischiuso le porte dell’appartamento, mentre  l’inconsapevole vittima era costretta a letto; ancora, quello perpetrato ai danni di un noto professionista palermitano, il quale, fidandosi ciecamente della propria governante rumena, assunta da oltre cinque anni, le aveva affidato le chiavi di casa, in occasione di un viaggio durato alcuni giorni.

Al suo ritorno, il professionista avrebbe trovato la propria abitazione svaligiata (per un danno economico di oltre duecentomila euro).

La donna, irrintracciabile dal datore di lavoro, avrebbe abbandonato la città e cancellato ogni traccia del suo passato, persino il profilo Facebook. Il personale della “Mobile” palermitana l’avrebbe rintracciata e tratta in arresto, unitamente al suo compagno (anch’egli componente della banda criminale) in provincia di Lodi.

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