C’è la bottega della prima donna che in Sicilia si è laureata in Farmacia, a fine Ottocento; e c’è l’ex maresciallo che ha messo a frutto la passione per l’orologeria. Dalla torrefazione che sembra essere immobile nel tempo, all’artigiano che fa nascere mobili di vimini, al laboratorio dove accanto ai mobili veri, se ne costruiscono altri in miniatura; c’è chi sbozza le teste dei pupi come si faceva una volta e chi cuce abiti e intanto suona il mandolino; chi crea borse eccentriche e chi abiti talari…

Nascosti nei vicoli del centro o nelle ex borgate fuori dalla città antica. Negozi e botteghe artigiane che da secoli tramandano il mestiere e nuovi creativi che sono tornati a popolare i vecchi quartieri riprendendo e innovando tradizioni che sembravano scomparse. Sarti, ceramisti, cesellatori, tabaccai, erboristi, panifici, pupari, rivenditori di artigiani del cuoio, del tessuto, della carta, cioccolatieri, pupari, ultime osterie e gelaterie familiari: sono il patrimonio commerciale e artigianale, fattivo e senza tempo, di Palermo. Una ricchezza che si affianca a monumenti e siti, né più né meno, e come tale, viene raccontata tramite lo storytelling che è diventato il marchio de Le Vie dei Tesori. Che ha composto una guida cartacea e on line – affidandosi a un comitato di giornalisti e operatori culturali innamorati della propria città – che esprime profondamente l’identità della città, e la rende diversa dalle altre.

La guida verrà messa on line durante il quinto ed ultimo weekend de Le Vie dei Tesori – il prossimo, dal 2 al 4 novembre: chiunque potrà costruirsi il proprio itinerario, cercando la bottega nascosta accanto al museo, il laboratorio artigianale ai piedi di un antico palazzo. Alcuni dei luoghi saranno aperti anche domenica prossima per partecipare a questo ultimo weekend di festa della città e altri offriranno sconti ai visitatori. Tesori monumentali e tesori umani, insieme, per raccontare la città, mettendo insieme gli occhi e le mani. Subito dopo, stampata, sarà distribuita gratis nei luoghi coinvolti e nella sede de Le Vie dei Tesori.

Una guida in progress – che racchiude i primi cento luoghi scelti liberamente dal comitato formato da Antonella Filippi, Alessia Franco, Laura Grimaldi, Antonella Lombardi, Paola Nicita, Mario Pintagro, Alli Traina e Alessandra Turrisi, fotografie di Tullio Puglia, con il coordinamento di Laura Anello, presidente dell’associazione Le Vie dei Tesori – che è diretta tanto al cittadino quanto al visitatore; una mappa che tralascia le grandi imprese commerciali che, pur se antiche e di qualità, hanno profondamente innovato sedie stili di vendita, per censire invece luoghi dove si possa fare ancora un’esperienza: tra insegne e arredi storici, personaggi e artigiani con i quali è ancora possibile stringere un rapporto; veri “tesori viventi” – vecchi e giovani – portatori di sapienze e competenze, che diano al visitatore (appassionato o curioso) la possibilità di conoscere una storia attraverso un oggetto o una pietanza. Posti dove puoi vedere, incontrare, conoscere, fare qualcuno o qualcosa di davvero tipico. Luoghi antichi e nuovi dove il tempo scorre ancora lento, scandito più dai tocchi degli scalpellini che dai rombi delle macchine. I vecchi sono gli ultimi che hanno resistito alla crisi, agli anni ciechi della guerra alle pedonalizzazioni, all’arrivo delle grandi catene. I giovani sono tornati in quella città antica che faticosamente ha trovato un nuovo respiro e una nuova vitalità. “Un tour ideale dove un palermitano porterebbe un amico per fargli conoscere i suoi luoghi “segreti”, lontano dai souvenir dozzinali e dalle esperienze standardizzate per turisti”, spiega Laura Anello, presidente dell’associazione le vie dei Tesori. “Un tesoro di artigianalità che anche noi come Museo contribuiamo a conservare”, interviene Emanuela Palmisano a nome del Museo Salinas. Un occhio poi alle insegne storiche: tante, troppe, quelle che sovrastano saracinesche ormai chiuse, ma qualcuna rivive con un’identità commerciale diversa.