Chiede l’assunzione il barbiere di via Dogali che ha lavorato per per oltre trenta anni all’interno del comando della polizia municipale di via Dogali, fornendo un “servizio esclusivo a favore del comando”.

Con questa tesi, Luigi Giudice barbiere di 46 anni buttato fuori dalla sede di via Dogali a seguito di un esposto anonimo perché “abusivo”, ha avanzato una richiesta di risarcimento tramite il suo avvocato sia al sindaco Leoluca Orlando che al comandante della polizia municipale Vincenzo Messina. Adesso entrambi hanno 15 giorni di tempo per rispondere in merito alla questione.

“Abbiamo inviato una nota in cui riepiloghiamo tutta la storia – dice Lorenzo Iovino, avvocato che sta seguendo Giudice a titolo gratuito – Sono senz’altro dovuti dei compensi al signor Giudice per il suo servizio, in base al contratto collettivo nazionale di lavoro del terziario. Abbiamo chiesto a un consulente di lavoro di stimare una cifra. Confidiamo in una soluzione bonaria tramite l’intervento del sindaco Orlando”.

In alternativa Giudice ha intenzione di andare avanti per vie legali. Fino agli anni Settanta era attiva all’interno del comando una “barberia” ufficiale, poi dismessa per tagliare i costi. Da quel momento i vigili continuano comunque a usufruire del servizio tramite la “cassa mutua”. L’ attività continua, prima con il padre e con lo zio di Giudice e poi soltanto con lui fino a qualche settimana fa.

Ormai “abusivo” visto che anche la “cassa mutua” non c’ è più. “Prima sono stato apprendista di mio padre – dice Giudice – Poi da solo. Mi hanno sempre fatto rimanere e ho tagliato barba e capelli sempre su richiesta dei vigili”. Il comandante, fino a quando non è arrivato l’ esposto anonimo, ha sostenuto di non sapere dell’ esistenza del barbiere che di fatto viene cacciato l’8 aprile.

“Non abbiamo motivo di non credere alla sua buona fede – continua l’ avvocato – Ma mi chiedo come possa un comandante controllare il territorio della quinta città d’ Italia quando non sa nemmeno cosa accade all’interno della sede del suo comando. In ogni caso andremo avanti”.

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