La Procura di Palermo, guidata, da Francesco lo Voi, ha aperto un fascicolo di “Atti relativi” sulla caso scoppiato ieri dopo la diffusione, da parte del Comune, dell’ordinanza sindacale che vietava l’uso dell’acqua a fini umani, in quanto inquinata.

Poco dopo lo stesso Comune ha fatto dietrofront spiegando che gli accertamenti che avevano motivato il divieto, fatti dall’Asp il 25 di febbraio, erano stati superati da altri esami effettuati dalla azienda municipale che gestisce il servizio idrico.

Il fascicolo di Atti relativi non è ancora una vera e propria indagine ma prelude attività finalizzate a verificare che ci siano estremi di reato.

“La gestione della comunicazione istituzionale in merito al presunto caso di non potabilità dell’acqua in buona parte del territorio di Palermo, alla quale abbiamo assistito nelle scorse ore, è sconcertante”. Lo dice Federconsumatori Sicilia secondo cui “a poco, dal punto di vista della comunicazione, è servito il via libera dell’Asp di Palermo all’uso dell’acqua arrivato quasi a mezzanotte di ieri: questa mattina centinaia di migliaia di palermitani si sono svegliati non sapendo neanche se si potevano lavare i denti”.

“E’ una vicenda paradossale – afferma il responsabile di Federconsumatori Palermo, Lillo Vizzini – che mette in luce la grande superficialità con la quale è stata gestita questa situazione. Siamo felici di sapere, dall’Asp e non dagli altri attori coinvolti in questa amara commedia, che oggi possiamo usare l’acqua anche per scopi alimentari. Ma avremmo gradito saperlo già ieri e da una sola, univoca, chiara e coerente comunicazione istituzionale”.