E’ silenzio sotto l’albero Falcone, alle 17.58, momento preciso dell’esplosione sull’autostrada A 29 dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo ed i tre agenti della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani.

“Credo che recuperare quello che mafia ci ha tolto sia fondamentale. E Falcone ha creato tanto quando era in vita, a partire dal pool antimafia. Ma ci sta dando tanto anche oggi perchè continua a essere presente e darci tanta forza. Cresce di giorno in giorno il numero di chi crede che la mafie verranno sconfitte e questo avverrà anche presto”.
Così il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho intervenendo dal palco allestito  in via Notarbartolo, davanti quella che era l’abitazione del magistrato.

“Come fecero spontaneamente centinaia di palermitani che subito dopo l’attentato mafioso di Capaci si ritrovarono davanti all’abitazione di Giovanni, così ogni anno tutti noi in via Notarbartolo ci stringiamo attorno all’Albero Falcone. Questa sempreverde magnolia è il nostro simbolo di memoria e riscatto. Oggi qui siamo tantissimi e abbracciamo idealmente Giovanni, Paolo, Francesca, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonino Montinaro, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. Il silenzio delle 17:58 è la preghiera laica che vi rivolgiamo”. Così il senatore Pietro Grasso.

Nel pomeriggio a partire dalle 15. 30 hanno sfilato due cortei uno dall’aula bunker l’altro da via D’Amelio lì, dove 57 giorni dopo la strage di Capaci, persero la vita il giudice Paolo Borsellino con cinque agenti di scorta

Il corteo dell’aula bunker si è mosso sulle suggestive note dei ‘100 passi’ e porterà i ragazzi delle scuole all’Albero della legalità: “Siamo noi la lotta alla mafia, e non ci arrenderemo mai”, gridano i ragazzi. Tra gli striscioni, ‘avete chiuso 5 bocche, ne avete aperte 50 milioni”. In prima fila, la sorella del giudice ucciso, Maria Falcone, e il presidente della Camera, Roberto Fico. Si è unita anche Fiammetta Borsellino.

In via D’Amelio, al balcone di casa della famiglia Borsellino una foto della sorella del magistrato, Rita, scomparsa nell’agosto scorso, e uno striscione con la scritta “Il modo migliore per ricordare oggi Paolo è fare memoria, che significa impegnarsi quotidianamente perchè il passato non torni”. Tra i manifestanti che partecipano al corteo, oltre a studenti e a giovani scout, anche il fondatore di Libera Don Luigi Ciotti e alcuni magistrati antimafia come Vittorio Teresi.

Alla caserma Lungaro il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha deposto una corona di fiori in ricordo dei caduti.

Anche un momento più leggero nelle celebrazioni: “C’è qualcuno che tiene al Milan?” ha chiesto il ministro degli Interni Matteo Salvini a un gruppo di bambini nella caserma Lungaro della polizia, dopo la foto, ma alcuni bambini in coro: “Per la Juve”. E Salvini sorridendo: “Che degrado…”.