“Permettetemi prima di iniziare di rivolgere un pensiero a a Guglielmo Serio e Giorgio Giallombardo presidenti del Tar Palermo che sono passati a miglior vita e che hanno rappresentato il pilastro del tribunale amministrativo in questi anni e un sentito ricordo anche all’assessore Sebastiano Tusa assessore regionale morto prematuramente nella tragedia aerea in Etiopia”.

Ha iniziato così il presidente Calogero Ferlisi presidente del Tar Palermo nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a palazzo Benso a Palermo. Il tasso di produttività è  elevato nonostante la “perdurante penuria di personale e mezzi”.

E’ quanto aggiunto Ferlisi. “Sono stati definiti 3.138 procedimenti a fronte di 2.634 ricorsi presentati con un ulteriore abbattimento dell’arretrato, pari all’1 per cento del totale: a fronte di 9.175 ricorsi pendenti il primo gennaio del 2018 al 31 dicembre scorso erano solamente 7.671. Prosegue un trend positivo nell’abbattimento delle pendenze – ha detto Ferlisi – e si prevede che possa esservi un ulteriore decremento in relazione al piano di smaltimento dell’arretrato predisposto nel corso del 2018 e che darà  i suoi frutti nel 2019″.

“I procedimenti definiti con sentenza sono stati 2.355. L’adozione di sentenze semplificate ha continuato a dare un  considerevole contributo alla produttività  dell’ufficio – ha affermato il presidente del Tar Sicilia -, essendo pari a oltre il 10 per cento del totale delle sentenze di merito, sebbene il dato sia sensibilmente inferiore a quelle dell’anno passato (25,66 per cento delle decisioni). Le sentenze di rito ordinario sono state 796 su 2.355, ossia il 34 per cento”. Le tre sezioni del Tar hanno complessivamente tenuto 60 udienze pubbliche e 66 camerali. “L’attuale dotazione organica dei magistrati, formata da 20 unità  – ha concluso Ferlisi – presenta otto scoperture (in servizio 12 magistrati)”.

Non va meglio per quanto riguarda il personale amministrativo. L’organico è di 36 unità , escluso il dirigente, ma i posti attualmente occupati sono 27, con una scopertura di 9 posti, pari al 25 per cento. “Dal 2014 al 2018 il numero di ricorsi pendenti al Tar di Palermo si dimostra in forte calo, passando da 4.206 a 2.634 ricorsi. Il complesso di quelli sopravvenuti nel 2018 è inferiore di circa il 14 per cento, rispetto al 2017, nel corso del quale furono introitati 3.074”.

E’ quanto si legge nella relazione del presidente del Tar Sicilia, Calogero Ferlisi, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in corso a Palazzo Benso, a Palermo. Al centro del contenzioso soprattutto due materie: l’edilizia e l’urbanistica con 655 ricorsi e l’ottemperanza con 492 ricorsi. “Il complesso di tali ricorsi – conclude Ferlisi – costituisce il 43 per cento circa del totale dei quelli introitati”. Tra le altre materie anche: il pubblico impiego con 213 ricorsi, l’agricoltura con 171 ricorsi, l’industria, il commercio e l’artigianato con 135 ricorsi.

“Cala il contenzioso amministrativo al Tar Sicilia sia nella sede di Catania che quello di Palermo. Un trend decrescente che si giustifica in parte con gli elevati costi e, in particolare, del contributo unificato, specie in determinate materie, ma soprattutto per la deviazione di molti ricorsi al Tar del Lazio, “un super Tar”.

A scattare la fotografia della stato della giustizia amministrativa è Calogero Ferlisi, presidente del Tribunale amministrativo regionale della Sicilia, nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, in corso a Palermo. “Evidentemente il valore del ‘regionalismo’ non è nel settore della giustizia amministrativa adeguatamente avvertito dal legislatore – dice -. Credo che l’estrema ampiezza del contenzioso ormai sottratto ai Tribunali amministrativi locali stia di fatto ostacolando o scoraggiando l’accesso alla giustizia amministrativa di primo grado da parte dei cittadini, delle imprese e degli enti con sede in Sicilia, non grave risvolto negati sull’appello, che per le sentenze emesse dal Tar del Lazio debbono appellarsi al Consiglio di Stato con sede a Roma, con gli ovvio ulteriori disagi operativi e i connessi aggravi di natura economica”, conclude Ferlisi.

Un quadro normativo “caotico e mutevole” che presenta “particolari criticità” e che è “ostativo all’azione veloce ed efficace degli altri poteri dello Stato tanto di quella amministrativa, quanto di quella giurisdizionale”. E’ l’atto d’accusa del presidente del Tar Sicilia, Calogero Ferlisi, contenuto nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in corso a Palazzo Benso, a Palermo.

“In un quadro legislativo sovrabbondante, disorganico e mutevole, nella selva delle norme spesso tecnicamente imprecise, scoordinate o financo contraddittorie, l’azione del governo e le decisioni della magistratura denotano un elevatissimo grado di incertezza giuridica e tendono nel loro valore giuridico a decadere fino a connotarsi come aleatorie e quasi evanescenti oltre che terreno purtroppo fecondo di corruttela, intrallazzi che oscillano drammaticamente tra l’illiceità e l’immoralità”.

Tanti gli esempi di criticità enunciati dal presidente Calogero Ferlisi. Innanzitutto la materia degli appalti, “oggi regolata dal decreto legislativo 50/2016, già ampiamente rimaneggiato ed ora, si dice oggetto di un’ulteriore radicale riforma”. Poi le misure amministrative antimafia, tra cui le interdittive prefettizie che, “pur nella ineludibile esigenza di approntare un sistema avanzatissimo di difesa sociale contro la delinquenza mafiosa, presenta non poche asperità e forse anche aspetti problematici di natura dottrinaria e dogmatica”.