Sono stati rinviati a giudizio tutti i 51 imputati dell’inchiesta, scoppiata nel 2011, che ha investito l’ATO PA2 “Alto Belice Ambiente”, e che ha visto coinvolte in un primo momento 53 persone, poi ridotte a 51. Il sindaco del comune di Monreale, Piero Capizzi, assieme ad una commerciante monrealese, in un primo momento erano stati raggiunti da un avviso di garanzia, ma la loro posizione era stata poi archiviata e i due soggetti prosciolti.

L’indagine, portata avanti dal Sostituto Procuratore Enrico Bologna, aveva coinvolto l’ABA (Alto Belice Ambiente), la società, con sede a Monreale, incaricata del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti all’interno dell’Ato (Ambito Territoriale Ottimale) PA2 costituito da 17 comuni, che il 22 dicembre 2014 era stata raggiunta dal decreto di fallimento pronunciato dal Tribunale fallimentare di Palermo.

Le indagini furono avviate dalla stazione dei carabinieri di Altofonte, in seguito ad alcune denunce su carenze e disfunzioni nel servizio di raccolta dei rifiuti.

L’ipotesi al centro dell’impianto accusatorio formulato dal Sostituto Procuratore Enrico Bologna sarebbe quella di una organizzazione criminale operativa già dal 2010, che ha coinvolto buona parte del personale operativo dell’ex ABA SPA impiegato nel comune di Monreale. Si tratta essenzialmente di 46 dei 277 ex dipendenti, ai quali si aggiungono imprenditori e commercianti che avrebbero pagato per disfarsi di materiale di risulta.

Dai primi riscontri sulle carenze nel servizio emergevano diversi casi di assenteismo dei dipendenti. Gli sviluppi investigativi, curati dalla compagnia dei carabinieri di Monreale, si concentravano su illeciti commessi dagli autisti degli autocompattatori.

Diversi sono i capi di imputazione: furto del carburante contenuto nei serbatoi degli autocompattatori, falsa attestazione di consumi di carburante, illecito smaltimento di rifiuti pericolosi e non, condotte fraudolente ai danni della società, falsa attestazione della presenza in servizio di alcuni dipendenti.

All’udienza di questa mattina il Giudice dell’Udienza Preliminare, Fabrizio Molinari, ha risposto alla richiesta avanzata il 12 maggio da alcuni avvocati di accedere a riti alternativi. Per alcuni imputati era stata invece chiesta la messa alla prova, poiché il cliente sarebbe stato imputato per furto di minore intensità.

Inoltre per un imputato la notifica risultava irregolare, ed il difensore aveva chiesto che venisse notificato nuovamente l’atto.

Il GUP ha rigettato le richieste di rito abbreviato condizionato per Pietro Ferreri, Eleonora Alfano e Giuseppe Pupella. Ha accolto la richiesta di rito abbreviato per Vincenzo Minasola che si terrà il 19 febbraio 2018.

Per Benedetto Battaglia è stata accolta la richiesta di messa alla prova, che per deposito del programma è stata rinviata al 12 aprile 2018.

Tutti gli altri, compresi Pietro Ferreri, Eleonora Alfano e Giuseppe Pupella, per i quali gli avvocati avevano chiesto che fosse emessa la sentenza di non luogo a procedere, sono stati rinviati a giudizio. Per loro l’udienza si terrà il 5 marzo 2018. Si tratta di Salvatore Di Salvo, Giuseppe Zimmardi, Francesco Vitanza, Santo Pipitone, Fabio Adimino, Benedetto Basile, Salvatore Patellaro, Salvatore Naimi, Massimo Giammona, Rosario Valenti, Calogero La Francesca, Fabrizio Alotta, Lorenzo Barella, Gaetano Bastone, Salvatore Bruno, Pietro Buongusto, Castrenze Campanella, Salvatore Campanella, Giuseppe Cangemi, Daniele Castelli, Benedetto D’Agostino, Marco Gennusa, Giovanni Gervasi, Vincenzo Mario Giacalone, Umberto Giurintano, Massimo Greco, Simone Greco, Roberto Greco, Vito Lipari, Vincenzo Lo Pinto, Giovanni Messina, Salvatore Messina, Achille Milazzo, Salvatore Minasola, Roberto Misseri, Umberto Orlando, Alfredo Pupella, Roberto Pupella, Salvatore Pupella, Girolamo Triolo, Agostino Mancuso, Emilio Salvatore Russi, Giovan Battista Segreto, Carlo Cassarà, Antonino Geraci, Alessandro Geraci.