E’ arrivato a Palermo proprio mentre a Roma il Consiglio dei Ministro nominava Vice Ministri e Sottosegretari. La prima uscita ufficiale da Ministro della Repubblica per Giuseppe Provenzano è proprio in Sicilia, nella sua Sicilia.  Lui è uno dei tre ministri dell’isola (l’unico esponente Pd) al quale oggi si sono aggiunti 2 vice e tre sottosegretari.

“Avrei dovuto essere al Cdm, ma mi sono giustificato col premier Conte dicendo che sarei andato in uno dei luoghi più prestigiosi della Repubblica, la scuola” ha subito detto al suo arrivo

Il ministro in forma del tutto privata, appena atterrato a Palermo è voluto andare a deporre un mazzo di fiori a Portella della Ginestra. “Portella è una ferita ancora aperta, finché non saranno realizzati i principi di libertà e di uguaglianza sanciti nella Costituzione” ha detto.

Questo lo ha portato in ritardo di circa un’ora a Palermo. Una bambina, alunna dell’istituto comprensorio ‘Mattarella’ di Bonagia, ha poi consegnato le chiavi della città di Palermo al ministro appena arrivato nelle scuola dove era atteso per un incontro con docenti e alunni. Le chiavi erano state consegnate dal sindaco Leoluca Orlando alla scuola.

“Dirò nei prossimi giorni quello che ho in mente per il mio programma, sicuramente una delle questioni è quella delle periferie”.

“La priorità di questo governo è agire sulla fascia di età, 0-6 anni, partendo dagli asili nido. La scuola non può più essere lasciata sola, anche quando ce la fa con eroismo con gli stipendi scandalosamente bassi degli insegnanti, poi viene lasciata sola”.

“I problemi del Sud sono tanti, aiutatemi a risolverli: la questione meridionale oggi è soprattutto la questione femminile, dobbiamo liberare la partecipazione delle donne”.

“Vorrei mandare un messaggio da Palermo, questo Sud non è una causa persa, è un luogo che si riscatta con l’impegno di tutti, ce la fa. E lo dico anche al Nord: investire al Sud fa bene all’intero Paese. Basta con logica della contrapposizione, basta con la logica della dipendenza, noi siamo per l’interdipendenza perché queste aree si tengono insieme. E il Paese se non sana le fratture non si rialza”.

Al suo arrivo il ministro era stato accolto da alcuni striscioni che reCitavano”Facciamo a pezzi il pizzo”, “La mafia spegne la speranza, riaccendiamola”, “In memoria di chi ha dato la vita per farci conoscere la verità” oltre che da una bandiera della Regione siciliana

 

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