Nel corso del consiglio di amministrazione dell’IRFIS riunito questo pomeriggio, è stato nominato il nuovo presidente. Si tratta di Alessandro Dagnino, avvocato cassazionista e docente di diritto tributario presso l’Università dell’Aquila.

“Apprendiamo con grande soddisfazione della nomina – commenta Patrizia Di Dio presidente di Confcommercio – e siamo certi che grazie alle sue indubbie capacità professionali e alla sua sensibilità ed etica personale saprà dirigere l’azione dell’Irfis ad un concreto ed immediato sostegno a favore delle imprese”.

Con questa nomina si avviano i rinnovi ma non viene meno la polemica innescata nei giorni scorsi dalla proposta del Presidente della Regione di consegnare Ircac al suo consulente storico, il tunisino Sami Abdel Abdelaali, scelta che aveva fatto insorgere gli alleati.

Saami abdel abdelaaliL’uomo forte di Crocetta per l’Ircac doveva essere Sami Ben Abdelaali e Crocetta contava su una condivisione pacifica ma in giunta è scoppiata la protesta dei partito contro l’occupazione di tutti i posti di sottogoverno da parte degli uomini del Presidente che non lascia spazio a nessuno se non a qualche amico della sua vice Mariella Lo Bello.

Così l’Udc aveva fatto notare che c’era scoperto un posto, ovvero la presidenza di Irfis dopo le dimissioni di Basile che era stato a lungo vicino ai centristi anche se poi si era avvicinato al Pd. Oggi all’Irfis viene nominato Dagnino e si aprono le danze

Tutti, di fatto, chiedono di convocare una giunta per nominare, insieme, Ircac anche la Crias con una rosa di nomi che venga equamente divisa fra i partito della maggioranza visto che ormai siamo nell’anno pre-elettorale e sulle nomine c’è da giocare una grande partita.

Una partita che Crocetta ha già vinto, dicono gli alleati, visto che gli uomini alla guida delle società regionali sono tutti del presidente basti ricodare Antonio Ingroia a Sicilia e Servizi, Antonio Fiumefreddo a Riscossione Sicilia, Gaetano Moltalbano alla Seus e, di recente, Rosario Tufano alla Sas e Massimo Finocchiaro all’Ast.

Insomma dalla sanità ai trasporti, dai servizi informatici alla riscossione delle imposte tutto è in mano al governatore: un uomo solo al comando con i suoi amici sparsi ovunque. Agli altri restano le briciole ma vorrebbero almeno quelle.

L’unica eccezione (oltre maria Grazia Brandara vicina all’assessore Mariella Lo Bello)  recente fa infuriare ancora di più i partiti come Pd e Udc pur nulla avendo da dire sull’uomo. Si tratta della nomina alla Sac, l’aeroporto di Catania, di Nico Torrrisi additato come uomo di Totò Cardinale e Nicola D’Agostino. Una scelta che agita gli equilibri catanesi e anche quelli in maggioranza visto che l’unica forza politica che sembra avere appeal con Crocetta è il partito più giovane e più democristiano, Sicilia Futura, che tanti pezzi ha preso dall’Udc, che riesce a scalzare, e che non dovrebbe contare quanto il Pd. Almeno secondo quanto dicono loro litigando nelle segrete stanze dei bottoni